"C'era una volta un paradosso-Storie di illusioni e verità rovesciate", Piergiorgio Odifreddi (Ita) 2001. Edito da Einaudi

Odifreddi fa cominciare questo “singolare libro” citando l’Amleto di Shakespeare:

This was sometime a paradox, but now the time gives it proof”, (Hamlet, III, I)

Anche se, già nelle successive righe, non ci fosse un didascalico inciso basterebbe questa citazione per intuire il motivo che ha portato il professore cuneese a darsi la briga di raccogliere in un libro, con il suo solito stile, tra il canzonatorio e l’impegnato, vicende, storie e storielle umane che, pur in settori disparati  (dal mondo dei sensi a quello della Matematica e della Logica passando per svariati altri) coinvolgono, citando ancora l’incipit, le “illusioni e le verità rovesciate” che vanno “oltre l’opinione comune”.  

Riunire, infatti, nella stessa frase le parole “tempo” e “paradosso” butta l’amo su come “ambiguità, rompicapi, dilemmi, enigmi, misteri…” spesso abbiano solo bisogno dello scorrere degli avvenimenti per risolversi non solo in semplici curiosità ma anche, se si è “fortunati” e ha abboccato un pesce grosso, in teoremi e verità scientifiche.

Ovviamente l’arma è a doppio taglio e serve tutta la verve bibliografica del nostro per dipanarsi tra matasse sensoriali, (il)logiche, filosofiche, politiche, etc per non dare appigli a chi si nutre di mera metafisica e, soprattutto, per smentire, ancora una volta, vari figuri che vedono un Odifreddi ciecamente politicizzato in una sorta di “scientismo” a senso unico e poi, magari, si buttano tra le braccia di multicolori “prosivendoli” (speriamo di non offendere gli ammiratori di Pennac), “mitomaniologi” (più o meno televisivi) e “imbrattacarte” dalla forca facile che affollano i media nostrani.

Perché questo è soprattutto un libro dove delle storie (arricchite spesso di aneddoti curiosi) vengono raccontate si per “sollevare i veli del tempo” ma anche per divertire in un modo che non sia “sbracato” ma elegante e filologico.

Unico difetto riscontrabile è il fatto che ci sono almeno 3 (su 10) capitoli abbastanza difficili per chi sia a digiuno di Matematica e Fisica ma vengono compensati da altri (tipo quello dedicato alle antinomie della Democrazia) veramente “gustosi”.

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