Un disco veramente bizzarro e controverso questo "Bach To Africa" del collettivo "aperto" definito Lambarena dal Gabon, regione dell'Africa equatoriale. Un disco che si spinge oltre le barriere universalmente accettate, in quella terra di confine tra la sperimentazione e la contaminazione di musiche che fondamentalmente trattano di musica classica. Non ci sono barriere o steccati quando si parla di musica, sembrano suggeririci i Lambarena, e per dimostrare questa tesi reinterpretano alcuni grandi classici di J.Sebastian Bach attraverso la strumentazione e la vocalità dell'Africa nera. Un esperimento, ripeto, originale negli intenti che si divide tra questi due mondi apparentemente estremi che sembrano quasi inconciliabili tanto è diversa la natura che li anima: tanto barocca, romantica ed virtuosa la musica del compositore europeo quanto selvaggia, viscerale e concreta quella che ci viene del continente nero. Un tentativo a tratti illuminato che si fa inerpicato e complesso quando tenta di ordinare e disciplinare questi due contrasti. Si ha a tratti l'impressione di trovarsi davanti più a un manierismo di forma che a vera interpretazione sentita ma è indubbio che il progetto in generale vive qua e là di momenti di rara bellezza irresistibile mai udita prima, e questo ripaga di qualche forzatura eccessiva presente negli arrangiamenti.

Un disco prezioso e unico, destinato probabilmente a rimanere senza seguito vista la "pesante" eredità dei generi coinvolti ma proprio per questo un esempio applicato di quello che si intende col termine "Musica Senza Confini". Termine che mai come in questo caso sembra tagliato apposta per questo disco. Per palati fini e menti disposte a mettersi in discussione.

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