“Oggi piove ma ho il sole negli occhi, è che i ricordi esagerano sempre e nulla è più falso e vero allo stesso tempo. E' che la mancanza necessita di un contrappeso dai vividi colori o della luce in bianco e nero di un film noir anni quaranta, Sia come sia, lasciatemi ridere o piangere come se stessi sempre ascoltando una canzone di quelle che ti lascian secco” (Dalle poesie del semino di mela).

“Emily” ti lasciava secco, semino. Ed eri tu che parlavi di un gas leggero.

“Emily” sta in “Relics”. Ed è una antologia dei Floyd, uscita nel settantuno.

Si, “Emily” sta li.

Però comincerei da “Bike”. Che è pura e infantile magia pop. Con fischi, sibili, pianole giocattolo, spari, petardi, grancassa, voce sbarazzina: dolcissimi e stranianti punti esclamativi (e magari pure di sospensione) di una marcetta ora saltellante, ora noncurante e svagata.

Poi in questo folle campionario di effetti speciali sgangherati e circensi vengon frullati i taccuini di uno studentello fantasioso e vedi svolazzare figure appena abbozzate di topolini, omini di zenzero, mantelli, biciclette e orologi che poi sono canzoni.

Taccuini abbiamo detto, ma anche diari scolastici, foglietti nelle tasche, lettere alle morose.

Oh si, lettere alle morose, che mi sa che è questo il caso di “Bike”, dove, tra formalismo e linguaggio da libro per l'infanzia, si fa dono a una fanciulla in fiore del proprio personalissimo mondo,

Con una sottilissima ambiguità però, perché ad ogni offerta, fan sempre seguito parole che smorzano, e in un certo senso negano, l'offerta stessa. Così “ti darei la bicicletta se non l'avessi prestata...e ho un mantello rosso, nero e strappato e, se pensi che possa sembrarti bello, allora credo che lo sia...conosco un topino che non ha casa solo che ormai è piuttosto vecchio...e ho una tribù di omini di zenzero, se proprio li vuoi, son li sul piatto”.

E il ritornello cosa dice? Una cosa tipo ti darò cose se proprio vuoi cose, ma. uffa, proprie cose vuoi?..

Sottili ambiguità a parte, tutto è però scanzonatissimo e contemporaneamente fresco e strano, come solo certo pop sa essere, specie se inglese (vero zio Robyn?...vero zio John?...vero zio Julian? Che ce l'avevate anche voi una stanza piena di canzoni, no?)

Canzoni come orologi, che sono in rima e tintinnano, si canzoni,"Andiamo nell'altra stanza e facciamole funzionare" dice lo zio Syd..

E allora follia per follia, “Bike” ha un finale di rumoristica imbizzarrita, dove si sentono, sirene, cucù, grancasse, campanelli, catene arrugginite, versi di animali.

Mancano solo i macinini da caffè..

Io, comunque, l'imbizzarimento l'avrei lasciato solo per pochi secondi, il semino di mela no, lui è un fanatico della macchina dei rumori e nel Pinocchio Disney va in sollucchero quando gli orologi fan tic tac tutti insieme e, in generale, gli piacciono tutte le cose sceme e irritanti,.

Ma forse qui lo zio Syd ha copiato dai compagni secchioni che registravano il sergente pepe nello studio accanto, avete presente, vero, l'orchestra impazzita alla fine di "A day in a life"?

Oppure facciamo che per una volta hanno copiato i secchioni?

E adesso parliamo di "Candy".

"No guarda non puoi parlare di Candy"

"E perché?"

"Non c'è "Candy" in "Relics".

"Cosa????????????????????????????????????????????????"

"Non c'è..."

“Non c'è "Apples and oranges e non c'è nemmeno Candy ?"

"No..."

"Ci sono canzoni orrende come "Paintbox!, "Cirrus minor", "Nile song" "Biding my time" e non c'è "Candy ?"

"No, non c'è."

Allora facciam finta che ci sia.

"Oh ragazza seduta al sole va a comprare una caramella e un panino al ribes, mi piace vederti correre a quel modo". A parte che adoro la rima sole/panino bun/sun, questa canzone mi ricorda gli sballatoni dei miei tempi, soprattutto, come alcuni di loro trattavano le fanciulle.

E mi ricorda anche come certe drogucce portino a consumare cibo, soprattutto schifezze dolci, dio mio quanta nutella mangiavano i miei amici più selvaggi, cioè quelli per cui non tutte le fanciulle erano come nostra signora. Pane e nutella, ma pure grissini con la maionese, o con una fetentissima salsa di tonno, altro che panini al ribes...ma che volete, Syd era terribilmente figo.

A proposito, chi è che ha detto che Syd era un tipo da panini al burro e folletti? Non ricordo,

Ma concordo.

Comunque questa canzone è deliziosa, anche se in genere non ne parla nessuno. E' il retro di “Arnold Layne”, storico primo quarantacinque dei Floyd, che racconta di un tipo che di notte ruba la biancheria intima femminile stesa sui fili del bucato,

In “Arnold Layne” la voce di Syd sembra una vespa e al minuto uno e trentasei l'organo di Wright devia dalla strada maestra per quindici secondi quindici di celestialità impazzita e tremolante,...

Ma qui parliamo di “Candy”, anche se Bowie non la canta dal vivo.

Si parliamo di “Candy”. ovvero di sangue giovane che irrora i nervi con la più dolce freschezza sixties, baldanzosa, impertinente, sbarazzina...con quei ragazzini che ancora puzzano di latte e di rhytm'n'blues, ma che stanno anche inventando il canone psichedelico.

Ma sentiamo il semino di mela " una voce birichina, sospinta da un vento gotico, farfuglia sconcezze blues fuori tempo massimo, fino a che uno sferragliare di chitarra imbriglia l'ingenuo sfarfallio dell'organo creando quel magico equilibrio febbricitante noto come suono Floyd, poi tutto si dissolve nel caos breve di un attimo folle"

Ah come adoro queste canzoncine con vocette sballate che poi si concedono in un minuto scarso di riassumere vortici psichici in genere diluiti in lungaggini favolose alla "Interstellar overdrive"

Che qui hai lo zucchero e il caos uno dietro l'altro...come tuffare lo sguardo nella vetrata di una chiesa gotica e vederla esplodere.

Per poi, anche se non è il caso di "Candy", magari finire con quella stessa vocetta che rimette insieme tutti i pezzi quasi fosse un super attack psichedelico.

Son cose che dan soddisfazione.

Ah, e in ogni caso, Syd non era del tutto come i mangiatori di nutella e maionese dei miei tempi e a un certo punto dice "sai che mi sento fragile" e il machismo sballato vien giù dalla torre...

Ah, ho citato "Interstellar overdrive", che almeno quella c'è in "Relics". Ma siete matti se sperate che ve ne parli. Dirò solo che si mangia tutto "Ummagumma, parte live" in un boccone. Caos contro struttura. E io sono per il caos.

"Ummagumma, parte live" comunque è un gran disco, chi lo nega. Anche se "Astronomy Domine", di struttura non ne ha proprio il bisogno. "Astronomy domine" vuol solo potenza e follia.

Che poi chiariamola questa storia della follia. Che nessuno si sogna di glorificarne l'aspetto cupo e manicomiale, che quando c'è quello la creatività scompare del tutto. Qui si intende, come del resto si intende dalla notte dei tempi, la divina follia.

E nulla si ottiene senza divina follia, dicevano i greci.

E divina follia è anche fiducia nell'attimo, è la purezza che non teme l'errore. I Floyd son stati grandi anche senza Syd, ma son sempre stati troppo puliti, troppo precisini, troppo trattenuti. E non han mai più avuto, nemmeno per un attimo, la freschezza che vien dall'accogliere i doni del cielo, l'urgenza espressiva che se ne fotte del controllo.

La cercheranno quella freschezza, imitando in certe canzoni di “Saucefurl” (che comunque è un gran disco) lo stile di Syd, ma il gas leggero non era roba per loro.

Ma passiamo a “See Emily Play”."Stavo dormendo in un bosco, dopo un concerto al nord, quando vidi una ragazza che si faceva avanti tra gli alberi, gridando e danzando, era Emily"

Stavi dormendo in un bosco Syd? O giocavi a fare Lennon che dichiarava che il nome Beatles glielo aveva suggerito, in sogno, un uomo uscito da una torta fiammeggiante? Il rock del resto è pieno di ballisti favolosi, pensate, tanto per far due nomi, alle leggende sull'apprendistato di Dylan, o di Tim Buckley. Ma son un ottima cosa le balle. E l'autocreazione della propria leggenda viene dal blues.

Ma, tornando a “See Emily play”, che si può dire? Celestialità dilettantesca dell'organo? chitarra tagliente? trucchi e scherzetti alla Bugs Bunny? quel gas leggero che dicevamo?

Si facciamo quel gas leggero che dicevamo...

E trascendenza pop e assalto al cielo e bla, bla, bla...

E Stop.

Ah, "Remember a day" e "Julia dream" son proprio belle, anche se non sono di Syd. Hanno una delicatezza quasi da acquarello, una purezza quasi folk. Caratteristiche che torneranno ancora, anche se troppo poco.

Che soprattutto dalla mucca in poi sarà quasi sempre la banalità più sconcertante...

Stop due.

Ah no, tornando alla purezza quasi folk, dobbiamo dire che pure quella viene da Syd. Pensiamo a “Scarecrow” lato b di “Emily”....

“Non c'è nemmeno “Scarecrow” in “Relics.”

“Ma come c'è “Paintbox che è il lato b di “Apples anf oranges” e non c'è “Scarecrow?”

“No, non c'è.”

Facciam finta un'altra volta allora.

Con quella testa che non pensa, con quelle braccia che non si muovono, molti hanno identificato lo spaventapasseri con Syd, quasi una specie di presagio dei futuri giorni catatonici, ma se anche è dolce immaginare uno scerecrow psichedelico, tutto seta, velluti e camicie a sbuffo, che ne sappiamo noi in realtà? Uno con quella facilità di scrittura poi, uno a cui le canzoni nascevano così, come respirare,

“Che ci metto qui, uno spaventapasseri, ecco si, uno scarecrow” Forse non son cose da farci tante storie.

Allora lo scarecrow ce lo prendiamo io e il semino, ce lo prendiamo come doppio intendo, che in gioventù ce l'abbiamo avuta qualche bella camiciola psichica, io sembravo davvero uno scarecrow, lui no.

Ma, aldilà di queste scemenze, noi ce lo prendiamo volentieri perché a noi l'identificazione vien facile, anche perché ce lo siam beccato tante volte dello scarecrow dai vari mamma/babbo/zio/zia...”tan vid cum ci amased?”.. e ce lo siam beccato anche da tanti altri stronzi che però non parlavano in dialetto.

Io però se penso allo spaventapasseri mi viene in mente il caffè d'orzo, quello che piaceva “a tutti i bambini, dagli scozzesi ai cinesinini” e mi viene in mente Guardacampo lo scarecrow di carosello, un tipo simpatico e per niente sinistro, che quando si addormentava aveva centinaia di volatili addosso, magari anche l'uccellino Hop...

Ma non è Guardacampo il nostro doppio, a noi interessa “il cuore di legno”, a noi interessa la catatonia, la nostra, eventualmente, mica quella di Syd.

A noi interessa che, come dice il semino, lo spaventapasseri non ha un pensiero e quindi deve essere dolce essere uno zero.

Ma lo spaventapasseri è più triste di me” dice Syd...ed è questo il punto...che non è dolce per niente essere uno zero...anche se potrebbe...

E un po' come i topi scorazzano ai piedi dello scarecrow barrettiano, un incongruo suono di simil nacchere ammorba questa strana canzone fragile ed eterea di due minuti due...quasi che il nostro non possa godersi in pace nemmeno la musica delle sfere, l'improbabile notturno dei campi d'orzo.... per tutta la canzone le nacchere non cedono... ma alla fine l'organo dello scudiero Wright sembra quasi zittirle...

sembra...

Stop, davvero...

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