Pino Scotto, che vi piaccia o no, è ormai una figura di culto della scena hard'n'heavy italiana: seguito e osannato da una larga fetta di rockettari italiani, è arrivato al successo mediatico negli ultimi anni, grazie al programma "Database" in onda su RockTV, in cui il buon vecchio Pino espone le sue idee sul mondo, sulla politica e su tanti altri argomenti col suo fare alla mano e soprattutto senza peli sulla lingua, mandando più volte affanculo, a farsi fottere o più spesso a darsi fuoco, tutto quello che non gli va. Ma ciò che più interessa noi oggi, forse il lato più importante del nostro Pino, è quello musicale.
Solo i più sbadati non sapranno che Pino è stato, nei ruggenti anni '80, il frontman degli storici Vanadium, e che attualmente è uno dei membri dei Fire Trails. Tra queste due importanti esperienze passano oltre 10 anni in cui il cantante napoletano, adottato milanese, ha sfornato 4 lavori. Probabilmente questa è la fase della sua carriera più sconosciuta, ed è forse per questo che Pino ha deciso di pubblicare (a ben 8 anni dal suo ultimo lavoro solista) un anomalo greatest hits della sua carriera solistica; anomalo perché ognuna delle 12 canzoni dell'album presenta delle collaborazioni con altri artisti italiani.
'Datevi Fuoco (lo scotto da pagare)' si apre con la terremotante 'Come Noi', il brano più potente del platter, che si fregia di Tommy Massara e GL Perotti degli Extrema e, una vera sorpresa, J-Ax dei defunti Articolo 31. Seguono l'allegra (e purtroppo attuale, infatti la canzone vuole denunciare le enormi difficoltà che incontrano i gruppi italiani nel fare rock nel nostro paese) 'Il Grido Disperato di 1000 Bands' e 'Dio del Blues', a mio parere il miglior brano del disco, che, con la partecipazione di un convincentissimo Francesco Sarcina delle Vibrazioni, ci trasporta verso atmosfere sofferenti e malinconiche, amplificate da ottimi assoli di chitarra. Ancora atmosfere blues, ma questa volta calde ed arroventate grazie all'armonicista Fabio Treves, in 'Piazza San Rock', mentre 'Segnali di Fuoco (nell'Agorà)' torna su territtori puramente hard, con un testo che spinge a lottare per far valere i propri diritti. Si continua con 'Le Stelle Cadenti' e 'Guado 3000' e si arriva a due gran belle ballate: 'Disperanza', veramente ottima, con un ritornello che ti entra in testa e non ti lascia più, e 'Predatori nella Notte', con la partecipazione straordinaria (in tutti i sensi) di Enrico Ruggeri, un brano cantautorale lento e d'atmosfera, con pianoforte e tastiere in evidenza come mai prima d'ora.
L'inquieta e tesa 'Nunù' e la nuovamente blueseggiante 'Code di Cometa' non fanno calare il livello dell'album, che ha un altro picco con la finale 'Gamines', un brano dolcissimo solo voce, piano, violino (di Mauro Pagani) e chitarra acustica dedicata a tutti i bambini poveri del mondo.
In definitiva un buon album, meglio negli episodi melodici che in quelli rockettari, meno originali e ispirati, che mostra ancora una volta la voglia del quasi sessantenne Pino Scotto di fare ancora buona musica.
VOTO = 7.5
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