Il rosso dei papaveri accompagna i miei occhi stanchi verso l'arcinoto. Il treno ha un'aria inquisitoria, ambiente asettico in cui vige indifferenza e circospezione. Stamane il mio lupo solitario stava cullandosi dolcemente cercando di rubare frazioni di sonno quando il convoglio si è fermato bruscamente.

Una persona si è buttata sotto al treno. La morte è inflazionata e il lunedì mattina non è forse il miglior momento per cercare compatimento. Vi risparmio reazioni umane sulle quali possono essere stilati trattati sociologici; il mio primo pensiero è andato ad una macabra scena di frattaglie sparse per decine di metri, materia organica di un individuo non più riconoscibile. Quando nel giro di poco si spargono le voci sui tempi della ripartenza il secondo pensiero è stato: perchè proprio a me?

Minimo 4 ore. Riconoscimento, rimozione, pulizia, controllo eventuali anomalie, il macchinista che non se la sente di proseguire, le variabili sono numerose. Quando dopo 40 minuti il treno riprende a muoversi si grida al miracolo, vuoi vedere che è resuscitato? Il controllore fuga ogni dubbio, testuali parole "C'abbiamo messo così poco perchè era tutto intero, era giovane sui 25 anni". Un mio coetaneo. Riesce difficile cercare di capire, allora meglio tornare al rosso dei papaveri, come se nulla fosse.

Siamo tutti un po' complici della tua morte Piero dei nostri tempi, la droga del XXI secolo è la deresponsabilizzazione. Metto su il mio disco preferito dei Pixies e ti dedico "Blown Away". Chissà se mentre ti buttavi sorridevi. Chissà com'era il tuo sorriso.

My words get blown away

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