PJ Harvey merita rispetto.
Avevo letto delle cose talmente penose su di lei in questo sito che mi ero indignata! (...ci ritornerò su in seguito)

Merita rispetto, la PJ, anche dopo questo suo disco dal titolo impronunciabile; "Uh Huh Her".

Ascoltando le prime note si è tentati di andare a rileggere bene sulla copertina se il disco sia stato pubblicato nel 2004 e non nel 1993, quando la PJ si cimentava con Steve Albini nel superbo "Rid Of Me".
Le sperimentazioni di "Is This Desire?" sembrano lontane.
Anche lo stupendo "Stories ..." sembra molto diverso da questa uscita discografica.
Il suond qui è grezzo, quasi da demo.
Nulla è preregistrato, campionato, riprodotto. Tutto è suonato e catturato su nastro direttamente.

Emozioni colte al volo come farfalle cadute nella rete del collezionista e con la stessa crudezza (o crudeltà?) infilzate con uno spillo e stampigliate nell'album.

"I'd jump for you into the fire
I'd jump for you into the flame
Tried to go forward with my life
I just feel shame, shame, shame
Shame, shame, shame
Shame is the shadow of love"

(Tratto da "Shame")

Quella che appare è una Polly Jean Harvey più cupa ed introversa, a tratti depressiva ed ossessiva.
Cruda, diretta, senza mezzi termini.

"With no neurosis
No psychosis
No psychoanalysis
And no sadness
I'll pick up the pieces
I'll carry on somehow
Tape the broken parts together
And limp this love around"

(da "The Darker Days Of Me And Him")

Gli argomenti che assillano la mente di PJ sono quasi tutti impernaiti sulle relazioni di coppia, questo dialogo eterno tra me (incompresa) e lui (bastardo!).
Un tema dolente, affronatato con fierezza e determinazione.

La voce della disperazione di PJ si adagia su melodie ruvide come carta vetrata, chitarre e bassi distorti, mandano in riverbero le casse del vostro stereo.
Due cose strane sul disco ci sono tipo la strumentale "The End" e la hidden track che ho scoperto in seguito chiamarsi "Seagull", altro non è che il rumore di gabbiani al porto.
Bello anche il singolo "The Letter" (del quale gira un riuscito video in stile low fi su MTV Brand New di recente) e la prorompente "Cat On The Wall".

Nel percorso musicale dell'artista questo rappresenta un distacco dal recente passato, quasi un ritorno alle origini.
Il disco è forse un po' senza tempo ed al tempo stesso datato.
Non convince pienamente, ma affascina ed emoziona.
E forse da un disco ci si aspetta proprio questo.

"There's another who looks from behind your eyes
I learn from you how to hide
From the desperate kingdom of love"

P.S.:
In merito alle cose penose lette sul sito, mi riferivo alle recensioni dell'HJF di Imola 2004.
Non me ne vogliano i due recensori, ma dato che mi ero persa l'evento volevo almeno sapere che cosa avesse suonato e come.
E non di che colore avesse le scarpe e come si muovesse sul palco...

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