"Sometimes it's faded
Disintegrated
For fear of growing old
Sometimes it's faded
Assassinated
For fear of growing old
Can't stop growing old...."

Billy Corgan sostiene che dopo tre dischi ogni gruppo dovrebbe sciogliersi e fare altro. Nel suo caso dopo "Mellon Collie...". Per i Radiohead dopo "OK Computer". Per gli Oasis dopo "Be Here Now". Per i Blur dopo "Parklife". Per gli Stone Roses non funziona di sicuro perché ne hanno fatti solo due. Una teoria che in molti casi mi sento di appoggiare.

Nel caso dei Placebo sono combattuto. Certo il power pop elegante che li caratterizza è un genere che alla lunga può sembrare sempre uguale. Mi correggo. Diciamo che non ha nell'originalità la sua caratteristica migliore.

Per il terzetto formatosi a Londra nella metà degli anni '90 da vecchi amici di un collegio in Lussemburgo (!), Brian Molko (padre americano, madre scozzese, cresciuto in Inghilterra) e Stefan Olsdal (svedese) con l'aggiunta del batterista Steven Hewitt (Manchester), si tratta della quarta uscita.

Ascoltando le tracce del disco e valutandone la musica, la teoria di Corgan (peraltro già sostenuta anni prima da LOR15) sembra trovare sempre più conferme. Il cliché si ripete con qualche sfumatura che leggermeeeeente (scritto apposta con 5 "e") si allontana dal binario sonico percorso ripetutamente avanti e indietro. Quella via di mezzo tra Sonic Youth, Smashing Pumpkins con qualcosa di oscuro tipo Cure e l’ironia di PJ Harvey, la decadenza di Morrissey. Sia ben chiaro: a chi piacciono i Placebo questo disco risulterà gradevole.

I testi sono meno intensi che in passato, anche se hanno pur sempre quella caratteristica "noir".

"Sleeping With Ghosts" è una ballata lenta e struggente, forse il miglior pezzo dell'album.

"This one world vision
Turns us in to compromise
What good's religion
When it's each other we despise
Damn the government
Damn the killing
Damn the lies"

E ancora:

"Hush
It's okay
Dry your eye
Dry your eye
Soulmate dry your eye
Dry your eye
Soulmate dry your eye
Cause soulmates never die"

Poi qualche riferimento alla situazione internazionale che stiamo vivendo:

"Corporate America wakes
Coffee republic in case
We open the latch on the gate
Of the hole that we call our home"

("Protect Me From What I Want")

La giusta dose di ironia che è sempre un piacere ritrovare.

Sono veramente indeciso. Ha ragione Corgan? Eppure mi piace…

Sono confuso….

Destabilizzante.

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