Lunatica creatura Ann Danielewski, in arte Poe. Un giorno può presentarsi come un'adolescente turbolenta e insicura, l'altro come una donna matura e consapevole. Quando nessuno la vede si da al riciclaggio sonoro e ti chiede cos'hai sognato la sera prima. Difficile da definire una donna dal così misterioso e particolare fascino, come del resto non è semplice catalogare la sua opera seconda "Haunted": frutto di numerosissime influenze, fra cui dominano quelle della miglior tradizione del cantautorato rock femminile dei '90 e dell'elettronica più atmosferica e ambient.

Il disco è un mezzo concept album e nonostante la lettura di passi tratti dal libro "House of Leaves" del fratello della cantautrice, Mark Danielewski, si può definire autobiografico, in quanto fra i numerosi campionamenti che Poe sfrutta per arricchire i suoi pezzi vi sono proprio alcune registrazioni del padre (il direttore cinematografico Tad Danielewski) ritrovate da lei e dal fratello dopo la sua scomparsa. Leggenda vuole che si tratti di vere e proprie audio-lettere, che Ann dovette evitare di affrontare per diverso tempo prima di essere convinta di utilizzarle nella sua musica.
Non è, tuttavia, il solo elemento di cui Poe si serve per alimentare il senso di mistero che avvolge le sue canzoni: queste vengono opportunamente scisse da intro e brevi brani, ed è in questi che solitamente compare la voce registrata per dire qualcosa o avere un dialogo con un'altra voce, quella di una bambina. Questi intermezzi non contribuiscono solo ad aumentare il pathos dell'opera; fungono anche da filo conduttore per il resto dei brani, che suonerebbero dispersi senza la loro coordinazione.

Non è un caso che l'intro "Exploration B" impreziosisca ancor di più l'eterea "Haunted", title-track e primo esempio di come il sapiente utilizzo di campionamenti riesca a rendere l'idea di un viaggio nella mente travagliata di una fanciulla, scandita da quei "parapapa" che le fanno perfettamente gioco. In "Control" emerge la vena cantautoriale di Poe; il dettaglio e la cura riservati ai testi, sorprendentemente acuti e ben elaborati.

La rullante "Walk The Walk" è una sorta di dichiarazione d'indipendenza, un pezzo rock "sporco" che colpisce subito grazie all'impressione che riesce a dare di essere improvvisato. Su una simile riga si trova il rockettino immediato di "Not A Virgin": azzardata, diretta e pungente, nonché farcita di improponibili similitudini e conturbanti simbolismi. In altre parole: come avrebbe dovuto suonare Liz Phair con la venuta del nuovo millennio. "Hey Pretty" è un altro pezzo piuttosto orecchiabile, di quelli che funzionano sia nel pub fumoso e di nicchia del venerdì sera che nello spot patinato di qualche automobile, di quelli che farebbero andare a braccetto la suocera e l'amico indie-rocker. L'interpretazione calda e sensuale della voce riflette perfettamente il testo.

I maggiori picchi d'originalità si trovano nei 9 minuti di "Wild", una lenta progressione dal lato rock dell'artista a quello più elettronico, durante il quale non sono risparmiati richiami ambient o talvolta quasi dance. In "5 & 1/2  Minute Hallway" sembra di sentire un'improbabile jam session fra Björk e i migliori Cardigans, come se i trip vocali della prima fossero rimasti intrappolati nello strato dolceamaro e malinconico dei secondi. "Amazed" è la perla del disco, con influenze che si avvicinano pericolosamente al trip-hop o anche - vagamente - alla PJ Harvey del periodo "To Bring You My Love", soprattutto nell'ottima outro dove tutto quel che ha segnato lo scorrere dell'album viene rievocato per sorprendere l'ascoltatore. Chiude l'opera la struggente "If You Were Here", un disperato tentativo di stabilire un contatto con il padre dialogando con le sue registrazioni, che si conclude con un definitivo addio.

"Haunted" è un disco dimenticato che, pur non essendo un capolavoro assoluto, merita un ascolto non solo per la sua relativa originalità (o originalità "riflessa", che dir si voglia) ma anche per la notevole ricchezza dei contenuti. Ad oggi questo piccolo gioiello non ha ancora avuto un seguito; dell'affascinante autrice si sono perse le tracce e la sua voce è rimasta intrappolata nell'inquietudine spettrale di questo disco, in attesa di esser liberata.

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