Dell'acervo di gruppi thrash metal della Bay Area californiana, i Possessed sono probabilmente i più grezzi e lerci. Il loro secondo album, "Beyond The Gates" (1986), né è la riprova: dieci canzoni, le quali si dispiegano tra riff schiacciasassi che non concedono tregua, ritmiche mediamente sostenute, una voce - quella di Jeff Becerra - che sbraita in modo brutale senza mai intonare una linea di canto, nonché un assoluto rifiuto a tentazioni melodiche e a concessioni alla fruibilità. Inoltre una produzione approssimativa e fumosa (fonti parlano di ristrettezze economiche e scarsità di mezzi) conferisce un surplus di sordidezza ad un sound in sé già becero e laido. Come se non bastasse, nei testi blasfemi e alquanto elementari non dimora il rabbioso umanesimo dei primi Metallica e neanche tanto la violenta invettiva antireligiosa degli Slayer; essi sono per la maggior parte invocazioni sataniche (la title-track, Seance), profezie di apocalissi infernali (March To Die, The Beasts Of The Apocalypse), talvolta istigano al suicidio e all'eutanasia (No Will To Live). Autoindulgenze?

Provocazioni gratuite? Probabilmente sì, ma saranno queste tematiche nefande di lì a pochi anni a far furore nel death metal, tant'è vero che i Nostri, quando non sono semplicemente (e giustamente) enumerati tra gli ispiratori di tale musica, vengono considerati uno dei primissimi gruppi death. Tanto per esemplificare la loro indiscutibile importanza storica, anche i coevi brasiliani Sepultura presteranno un orecchio attento a canzoni come The Heretic e Tribulation per portare a compimento, nel periodo a cavallo tra fine Ottanta e primi Novanta e quindi prima di avventurarsi in territori crossover, il loro letale thrash death.

L'attuale riedizione su cd (l'operazione risale al 1998) comprende anche il lavoro successivo, l'ep "The Eyes Of Horror" del 1987. Il suono resta ferale e cruento, ma denota una produzione migliore (provvede Joe Satriani, al tempo maestro del chitarrista Larry LaLonde, in luogo di Carl Canedy) e un debito stilistico non trascurabile nei confronti degli Slayer. A riguardo, dei cinque brani si ascoltino in particolar modo il sadico anthem My Belief e l'efferata Swing Of The Axe: riff, drumming, pattern ritmici, tutto insomma, fuorché la riconoscibilissima e sempre bestiale voce di Becerra, non sembrano saccheggiati da "Reign In Blood"? Questo mini è inoltre il loro testamento, poiché si scioglieranno di lì a poco tempo, salvo poi riunirsi occasionalmente, con Becerra unico membro stabile della formazione storica (quasi paradossalmente, LaLonde sarà compagno di bizzarrie di Les Claypool e Tim Alexander in quei formidabili dementi dei Primus).

Note negative: in "Beyond The Gates" si possono imputare alla band un'ispirazione piuttosto monocorde e quindi una certa ripetitività (il tempo comunque dimostrerà che queste caratteristiche sono proprie di buona parte del metal estremo), mentre in "The Eyes Of Horror" è palese una certa spersonalizzazione, testimoniata peraltro dai massicci influssi dei più illustri e remunerati Slayer. Va tuttavia ricordato che i Possessed (quelli della formazione originale, s'intende) sono nati e morti giovanissimi nell'arco di pochi anni, senza dunque aver avuto il tempo di maturare e crescere insieme. Se da un lato il loro essere così rozzi, primitivamente brutali e senza compromessi li ha tenuti alla larga dal grande pubblico, d'altro canto sono divenuti una delle grandi e più influenti istituzioni del metal estremo per lo stesso motivo.

Quattro stelle: voto non pienamente meritato dal punto di vista artistico, ma più che legittimo sotto il profilo storico.

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