Signore e signori i Queen......

A volte basterebbe solo questo per presentare una band che a dispetto dei critici è ancora tutt'oggi una delle più famose al mondo. 300 milioni di copie vendute (singoli esclusi), 707 concerti in tutto il mondo, un cantante eccentrico con una voce ecccezziunaale (raggiungeva le 3/8 piene senza il falsetto), un chitarrista unico da un sound originale, un batterista con una faccia da hippy vero motore della band e dulcis in fundo il tipico bassista rock. Questi sono seniori e seniores i motivi che mi hanno spinto a recensire A Day at the Races, album del 1976.

A un solo anno di distanza dal trionfo di "A night at the opera" i quattro tornano in studio e sfornano queste 10 canzoni cercando di replicare il successo. Sebbene molti critici lo vedano come una brutta copia del predecessore in realtà A day at the races è la continuazione del percorso artistico iniziato con Queen2 e in generale questo è un disco più leggero e di facile ascolto, con un atmosfera meno drammatica e più divertente. Come al solito sembra che la band si diverta a stupire cambiando continuamente genere

Il primo pezzo Tye your mother down, basto su un unico riff incalzante del sig. May, è il miglior brano hard rock mai realizzato dai Queen che diventa apertura ideale dei live. L'atmosfera cambia subito con You take my breath away struggente e lentissima ballata di Freddie al piano, e con il rock leggero di Long away, in cui Brian laureato in astro fisica canta il suo amore per gli astri. Ed eccoci arrivati al quarto pezzo The millionaire Waltz l'apoteosi del rock opera, uno dei brani più sorprendenti e divertenti nella carriera dei Queen che in quattro minuti memorabili alternano valzer, operetta, hard rock e musica lirica con una chitarra che sembra venire da un altro secolo e con citazioni di Freddie a una delle sue dive preferite l'angelo azzurro Marlene Dietrich. Lo stesso gusto rétro si ritrova sul pop di good old Fashioned lover boy, divertente duetto tra pianoforte e voce, e in Teo Torriatte dove Freddie canta una strofa in giapponese per ringraziare i fan nipponici.

In White man brano a tema-sociale (il razzismo) invece riscoprono il blues. Secondo un accordo non scritto tutti i membri dei Queen devono contribuire a un album con propri pezzi e cosi anche John Deacon e Roger Taylor ne firmano uno ciascuno e mentre il bassista conferma il suo talento pop con You and I, Roger firma uno dei suoi pezzi migliori l'ipnotica Drowse, psichedelica rappresentazione sonora della sensazione di stordimento che accompagna le domeniche pomeriggio di un rocker alle prese con i suoi ricordi di ragazzo qualunque in una cittadina di provincia e si chiude con una frase da vera star ("credo che mi farò delle uova in camicia per colazione").

Il pezzo migliore dell' album è comunque Somebody to love, l'ultima perla del rock opera, genere che raggiunge qui il suo apice prima di sparire superato dai tempi e messo in crisi dal punk. Somebody to love è l'ultima visione di Freddie,che imposta il tutto come un gioco tra la sua linea melodica e la complessa partitura per cori, che sembrano rincorrersi fino al crescendo finale. Un pezzo tra i più famosi dei Queen, quasi a dimostrare la validità del progetto artistico di Freddie, che nell'epoca del punk continua a salutare il pubblico alzando una coppa di champagne!

"Da piccolo mi dicevano sempre che il rock era una musica infernale, i Queen sono la prova che quelli si sbagliavano. Sono stati tutto per me, puri campioni!". Axl rose

"Lo stile dei Queen era unico, imitarli è impossibile" Ozzy O.

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