Per una volta faccio un'eccezione alla (mia) regola di non fare introduzioni di questo tipo su una recensione per spiegare il motivo per il quale ho voluto fare un doppione di questa. Ho visto che la precedente è datata 2 settembre 2007, ovvero più di due anni fa, e considerando anche i pochi commenti sotto di essa ho pensato che sarebbe stato tutto a vantaggio del gruppo la pubblicazione di un'altra recensione. La scrivo quindi innanzi tutto per questo motivo, per riportare all'attenzione degli utenti un gruppo molto valido che merita davvero, i Queimada, e in secondo luogo perchè la mia recensione è impostata sul track-by-track a differenza della precedente, a cui comunque vanno i miei complimenti perchè è davvero ben scritta.
Io i Queimada l'ho conosciuti nel 2007 quando hanno vinto l'edizione di quell'anno del Fuoritempo, concorso musicale estivo di Fabriano (AN), la mia città. L'anno dopo sono tornati fuori gara per fare il concerto conclusivo della rassegna del 2008. In quell'occasione il gruppo ci fece dono (a me ed ai miei amici) di una copia del loro disco d'esordio, "The Moocher". Quando l'ho ascoltato sono rimasto sorpreso: questo è un gruppo veramente valido.
Dopo una brevissima introduzione ("Time For...") si parte con la prima canzone vera e propria, "Coffee Break", ottima la voce della cantante Mariella Ranieri e il basso di Roberto Tisbo: saranno queste due delle costanti di tutto l'album. Da lodare anche l'oculatissimo utilizzo degli effetti, con risultati molto gradevoli. Si passa a "Beautiful Girl", un alternative rock classico con un buon assolo del chitarrista Michele Franchini (niente di trascendentale tecnicamente parlando, ma molto misurato e senza inutili sboronate). La quarta traccia, "About Your Name", vanta lyrics del batterista Dario Di Mella e un giro di basso ancora una volta strepitoso a reggere la voce della Ranieri. Bello e inaspettato il finale psichedelico con sovraincisioni di voci, veramente un' ottima idea per ravvivare un pezzo che, seppur buono, rischiava di risultare un po' ripetitivo. "Broken Doll" è uno dei cavalli di battaglia del gruppo, ed è effettivamente fra i migliori pezzi del disco, con un ritornello che pompa parecchio e un' ottima amalgama chitarra/basso.
"In My Little World" si apre con la voce di Mariella che sussurra il titolo, prima di passare al riff di chitarra vagamente funky che anticipa le strofe cantate. Pefetti i leggeri ricami di synth (suonati in questo brano dalla Ranieri) in sottofondo, ancora una volta non invadenti. "Dud" è la traccia che meno rimane impressa di "The Moocher", nonostante il solito grande lavoro di Tisbo al basso. Discorso inverso per "Madness/Sadness", tra i migliori brani del disco: un connubio perfetto fra la psichedelia delle strofe, il crescendo che porta al ritornello (con la linea vocale e la batteria che batte ognuno dei quarti in primo piano) e il particolarissimo outro. "It's No Good", traccia n.9, sembra all'inizio un brano piuttosto banale, ma poi le pause inaspettate e sempre al momento giusto, gli effetti alla voce e i brevi assoli di chitarra lo rendono un gran pezzo, fra i più gradevoli. La successiva "Sublingual Drops" si propone come il pezzo più accessibile del disco, grazie ad un'ottima sintonia voce/chitarra nelle strofe e soprattutto ad un ritornello catchy che entra in testa e non va via più. Ma, quando uno meno se l'aspetta, ecco che la canzone si blocca. Sarà mica che si è rotto lo stereo? Nossignore, tutto regolare. Dopo pochissimi secondi il volume risale e la canzone riparte: un ottimo trucchetto per rendere la canzone meno scontata. La conclusiva "Waves" è un pezzo inizialmente bluesy, che si trasforma poi in un buon rock con la Ranieri nella parte del leone.
In definitiva "The Moocher" è un ottimo disco, magari non da cinque stelle, ma quattro non gliele toglie nessuno. Non è da trascurare neanche l'ottima padronanza della lingua e pronuncia inglese da parte di Mariella Ranieri, doti non così scontate per gli italiani che cantano in inglese che sono un valore aggiunto all'album. A meno che voi non abitiate vicino Bari (citta d'origine dei Queimada) credo che sia difficile trovare questo disco, ma provateci perchè questo è un gruppo ottimo, dalle grandi potenzialità.
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Altre recensioni
Di Marco_Quaranta
The Moocher è un album folgorante, che mostra una band in stato di grazia.
La calda e graffiante vocalità di Mariella Ranieri è il centro della scena.