Raf, Raffaele Riefoli, nome di punta della musica pop italiana a cavallo tra gli anni '80 e i '90. Ok, "Self Control" faceva schifo, sono d'accordo, ma l'essersi legato alla coppia Dati-Bigazzi portò i suoi frutti, fino a che non li salutò e si mise in proprio, e nacquero così canzoncine sceme e innocue come "Sei la più bella del mondo" o similia. Però, dal 1988 al 1993 circa ha detto la sua, e l'ha detta con due album: questo, del 1989, e "Sogni... è tutto quello che c'è" del 1991. Opinione personale: preferisco il secondo. Più compatto, più ragionato, meglio suonato, più divertente. Ma, questo "Cosa resterà" nessuno l'aveva ancora recensito su Debaser, e siccome mi piaciucchia (non del tutto, ora spiego) ho colto la palla al balzo.

Ora, trattasi di album cotto e mangiato, cioè scritto e suonato in poco tempo, utile nello sfruttare il successo che aveva in quel dato momento Raf. Corto (dura solo 37 minuti), composto da 8 canzoni, di cui 4 oscillanti tra il molto bello e il bello, e 4 tra l'inutile e il "niente di che". L'album fu precedeuto dalla partecipazione sanremese (non particolarmente riuscita, 15esima posizione) con "Cosa resterà degli anni '80" che è uno dei suo pezzi migliori (forse, il migliore) e lo è, come tutto l'album, grazie ai testi del duo Beppe Dati e Giancarlo Bigazzi. Musicalmente è un soft pop molto anni '80, con il sax che in quel decennio non mancava mai (ma io, è bene che lo sappiate, adoro il sax) e pure un'armonica a chiosa della canzone, è il testo il vero gioiello: il duo Dati-Bigazzi ritrae come nessuno fino a quel momento aveva fatto in Italia il decennio 1980-1989, che fu un decennio discutibile e di cui ancora oggi paghiamo i danni, ma le immagini che suggerisce sono secche e puntigliose ("Anni allegri e depressi di follia e lucidità"; "Anni bucati e distratti"; "Anni rampanti dei miti sorridenti da wind-surf"; "Anni veri di pubblicità", e quel passaggio su Reagan e Gorbaciov), ora ditemi se non sono stati questi gli anni '80?

Poi c'era "Ti pretendo" (un ballabile molto dentro ai suoi anni che andò benissimo anche come 45 giri, l'ottavo più venduto dell'anno) ma è un brano che conoscono tutti, inutile soffermarsi.

Il brano più incredibile, quello che non t'aspetti, quello che fa alzare il voto di un album da 2/5 a 3/5 è "La battaglia del sesso". Ora, se non lo conoscete ascoltatelo, poi ritornate qui. Primo, ha un ritmo indiavolato, meglio di qualsiasi altro brano pop da classifica dell'epoca, ma signori miei il testo. La voce di Raf, o meglio, la sua interpretazione, lo rendono credibile (e coeso) in modo del tutto sorprendente. Innanzitutto avrebbe dovuto chiamarsi "Batracomiomachia", e sfido chiunque a sapere cosa sia. Lo spiegò anni fa lo stesso Bigazzi, autore del testo (uno dei più complessi sentiti nella storia della musica italiana, roba che in certi punti nemmeno il Guccini dei tempi d'oro):

"L'idea originaria rimane quella di un fronteggiarsi tragicomico come quello della guerra tra le rane e i topi, che è appunto il significato di Batracomiomachia, come sa chi ha letto Leopardi. Decisi di partire da questa parola nel momento in cui sentii il testo improvvisato in un inglese maccheronico da Raf, che partiva con una frase che suonava pressapoco così "Hey! Are you gonna breakin' my heart". Ci pensai su, e decisi di azzardare "Hey! E' una batracomiomachia". Suonava bene, e il resto venne da sé. Fu un divertente gioco di citazioni ed immagini, da Tex Willer che non pensa mai al sesso, al libro "L'Erotismo" di Bataille, che consigliai a Raf. Il risultato finale fu un quadretto simpatico e ironico su un rapporto uomo-donna, visti mentre si rincorrono e poi si lasciano, per sempre o per qualche giorno. Tutto questo sullo sfondo di un fenomeno nuovo per l'epoca, il boom del sesso in Tv e sui giornali, dopo tanti anni tutto sommato ancora pudichi: "Il sesso ci ha sorpreso, ci è saltato addosso", dice il testo. Alla fine degli anni '80 aveva cominciato a scatenarsi quest'ansia di vedere sesso, parlare di sesso - molto spesso facendo finta che fosse "solo tutto sesso". Il pezzo parla in modo ironico di questo, diciamo, chiodo fisso che sembrava permeare la società dell'epoca" (Beppe Dati)

Versi come: "Siamo tutti matti, siamo fatti e il sesso scatena guai nei letti e un bell'incontro di boxe"; "Che donna che sei tu con il rossetto rosso ma l'uomo è Barbablù ed il suo cuore è un sasso dai latitanti agli ex ognuno pensa al sesso chi non ci pensa è Tex, hai letto "L'Erotismo"di Bataille?"; "Andiamo un po' in relax perché ti fermi adesso?, non sono mica Tex, non so se afferri il nesso", oltre che incredibilmente musicali e ritmati (a leggerli sembrano scioglilingua) sono tra le cose più divertenti e meno banali uscite nel pop italiano del decennio.

Un appunto lo merita anche la dolce "E gli altri dormono" con una buona idea, nel ritornello, dell'uso della fisarmonica, quasi totalmente assente nel genere, appunto pop, dell'epoca. Non sarà un capolavoro, ma è una canzone che chiude bene il lato A.

Le note dolenti sono i 4 brani che sembrano essere buttati lì a mò di riempitivo. Forse, ma molto forse, fa eccezione "Santi nel viavai" che racconta il mondo dei clochard in modo, diciamo così, poetico. Ecco, qui il testo non è davvero a fuoco e anche il ritmo indeciso tra il compassato e il ritmico appare un po' incerto, nel quartetto degli scarti il meno scartabile. A differenza di "Do I need your love" che è un pop banalissimo senza nerbo; "Fai" che, al netto di un bel ritornello, è la copia di altre cose già sentite (oltretutto anche in questo album); e la sterile "E sia così", sorta di jazz da locale blues poco prima di chiudere tutto e mandare a nanna gli avventori che mal si presta in un album che fa della ritmica il suo punto di forza, dato che anche come chiusura, bhé, non è proprio la migliore delle chiusure (poi certo, ha un suo fascino, ma è completamente avulso dal contesto, il punto dolente è quello).

Al di là di tutto, lo porto nel cuore. Lo riascolto volentieri e mi dispiaccio del fatto che Raf sia scivolato, prestissimo, in un anonimo pop da classifica più adatto a Radio Italia programmazione pomeriggio estivo e non abbia continuato a cercare la qualità. Eh, vabbé, vecchia storia.

Elenco tracce e video

01   Ti pretendo (04:25)

02   Santi nel viavai (04:59)

03   La battaglia del sesso (04:30)

04   E gli altri dormono (04:42)

05   Cosa resterà degli anni '80 (05:11)

06   Do I Need Your Love (05:01)

08   E sia così (04:48)

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