14 giugno 2008, ricordatevi bene questa data, perché si da il caso che sia la data di uno dei più grandi concerti mai tenuti nella nostra nazione. Si tratta del concerto dei RAGE AGAINST THE MACHINE!!! Riunitosi dopo otto anni per regalarci un'ultima emozione prima di sparire...

Il concerto viene aperto dai Linea77 ed in seguito dai Gallows, il sole cala... è il loro momento, l'attesa è molto snervante, ogni tre e quattro la base musicale che ci intrattiene sparisce e ci illude nella loro entrata, ma niente ancora non escono.

Quando ad un certo punto oltre alla musica vanno giù anche le luci, ed allora si udì un boato senza fine. Eccoli sono loro, io mi aspettavo un entrata del tipo "Good evening we are Rage Against The Machine from Los Angeles California" invece no, hanno fatto di più! Le luci prendono vita e si vedono questi quattro elementi uno di fianco all'altro vestiti con tute arancioni da prigionieri di Guantanamo e cappuccio nero, si recano ai loro strumenti ed iniziano: "Bombtrack" il delirio più totale, scene da panico, un calore mai sentito in nessun altro concerto, loro impeccabili sotto il punto di vista tecnico, ci fanno saltare come pazzi; è solo l'inizio segue subito "Bulls on parade" e da li incredulo dico a me stesso, "cazzo non sto nella mia fottuta stanzetta davanti ad uno stereo questo riff proviene direttamente dalle dita di Tom Morello!!!" è il turno di "People of the sun" mille emozioni trafiggono il mio cuore mentre mille suoni trafiggono le mie orecchie, si fa un casino di pazzi, non ci danno tempo per prendere fiato che parte "Testify", il pogare arriva a livelli indescrivibili, mi sposto in pochi secondi di metri e metri... pensavo che dopo questa avrei potuto sopportare tutto il pogo del mondo, ma non sapevo che dopo eseguivano "Know your enemy" quindi per chi conosce i Ratm lascio immaginare ed evito commenti sul far casino e cose varie.

Il cuore mi batteva a mille dall'emozione e dalla fatica, i rage per me sono sempre stati un punto di riferimento e con loro una canzone in particolare "Bullet in the head" inziano a suonarla, io li ero come paralizzato, immune, vegetale, mi giro attorno e mi viene da sorridere vedendo tutte quelle persone che come me avevano quella luce negli occhi e gridavano a squarciagola "A BULLET IN YA HEAD" alla fine c'è stato uno di quegli applausi che parte non per dire "bravi l'avete fatta benissimo", ma parte per dire "grazie, vi ringrazio per averla suonata" Zack non si prende nemmeno un secondo di pausa per bere che subito attaccano con "Down rodeo" e "Renegades of funk" l'ultima fatta con una chiave più lenta del solito ma notevole ugualmente. Giunti a questo punto del concerto indietreggio dalla zona centrale per riposare ma poi sento le note iniziali di "Born of a broken man" e penso che un'occasione così non l'avrò mai più nella vita e fanculo tutti e tutto mi ributto nella mischia per pogare ad una delle canzoni che più ho bruciato nello stereo negli ultimi nove anni.

Dopo ciò si vede Tom cambiare chitarra ed andarsi ad inginocchiare vicino all'amplificatore, li tutti realizziamo che stanno per suonare "Guerilla radio" più potente e cattiva che mai, successivamente emisero una serie di suoni che uniti tra loro davano vita a "Calm like a bomb" non c'era niente da fare da tre canzoni a questa parte era il momento di gloria di "Battle of Los Angeles" e quindi non poteva mancare "Sleep now in the fire" che ha solo potuto confermare che le assurdità che fa Morello con la chitarra non sono frutto di una sala di registrazione ma bensì frutto di un chitarrista unico nel suo genere. È la volta di "Wake up" con questo pezzo mi trasmettono tanti di quei ricordi, di momenti indimenticabili nei quali ero un fottutissimo ragazzino e gridavo "WAAAAKEEE UUUPP" nella mia stanzetta e puntualmente mia mamma mi sgridava dicendo che i vicini un giorno o l'altro ci avrebbero fatto causa, ma questa volta a modena mia madre non c'era, e vi lascio immaginare quanto abbia potuto gridare. Finita "Wake up" i Rage spariscono dal palco, ma non si lasciano aspettare molto che rientrano in scena più carichi che mai per farci sentire le note di un pezzo che credo a un po' tutti noi ci ha fatto pensare, sto parlando di "Freedom". Dopo ci regalano ancora un altro pezzo "Township rebellion" stupenda come sempre. Era passata ormai un'ora e mezza avevano suonato 15 pezzi ero contentissimo, ma mancava ancora qualcosa e quel qualcosa si chiama "KILLING IN THE NAME OF".

Il concerto finisce qui, i Rage Against The Machine mi hanno regalato uno dei giorni più belli della mia vita e credo non solo a me ma a più di ventimila persone. Non vedo l'ora di invecchiare per mettermi fuori ad un bar con un tavolino, a giocare a scopa con qualche altro vecchio rincoglionito per poter vedere un giorno passare un ragazzino con la maglia dei Rage fermarlo e dirgli... "sai quand'ero giovane io li vidi dal vivo"...

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