Se chiedi a un ragazzo che pensa di ascoltare punk, a parte i soliti nomi, che passaggi su Mtv inclusi e orde di "enfants" al seguito, che nulla hanno di punk, ti tira fuori diversi gruppi, tra cui tra quelli che tutt'oggi suonano ancora due in particolare: i NOFX e i loro "vicini di casa" si fa per dire ovviamente, Rancid.

Appunto proprio loro capitanati da Tim Armstrong, ex Operation Ivy, formatisi all'inizio dei '90 e che con questo "Indestrutible" arrivano al loro sesto album in studio, se si esclude lo split con i già citati NOFX dell'anno prima. Generalmente all'uscita di ogni nuovo lavoro della formazione californiana ti aspetti l'ennesima rivoluzione sonora, la convinzione di sentire qualcosa di diverso e invece stavolta no! Questo "Indestrutible" prende il meglio che la band ha fatto dagli esordi al penultimo cd "Rancid 2000".

Ed il bello è proprio questo, il risultato finale è decisamente positivo in quanto dentro vi si trovano una per una tutte le influenze musicali della band e tutte le soluzioni sonore sperimentate e proposte precedentemente, c'è lo street/punk dei primi due album, ma pure il punk rock misto a ska di "...And Out Comes The Wolves", ma anche il reggae e l'hardcore furioso rispettivamente di "Life Won't Wait" e "Rancid2000".

L'album alla sua uscita, da molti fan e non, è stato criticato e a mio avviso un po' sottovaluto. Certo non conterrà episodi da farci alzare in piedi sul divano o capolavori, ma riesce a fare centro. Innanzitutto questo album esce dopo il rabbioso album omonimo e qui invece i nostri se la prendono con più calma ma non ci fanno mancare nemmeno botte adrenaliche vecchia maniera. Ma la cosa più importante è che finalmente, a parte qualche episodio isolato, l'album è molto omogeneo e riesce a scorrere abbastanza fluidamente senza annoiare.

Questo a differenza del passato, in quanto nei due ottimi album annate 1994/1995 (Let's Go, And Out..) c'erano si grandi inni ma anche diverse canzoni inutili o più semplicemente canzoni fin troppo uguali le une alle altre. La stessa cosa si può dire per "Rancid 2000", non basta suonare più duro per sfornare necessariamente un ottimo album. Non a caso nel predecessore la tendenza già esplicata prende piena forma e corpo con canzoni ancora più uguali e corte del passato che nemmeno si distinguono (vero tallone d'Achille del combo). Dopo aver fatto queste considerazioni,  andiamo ad immergerci nell'oceano musicale.

Ben 19 canzoni, eh si per qualcuno troppe, ma che comunque andando ad analizzare singolarmente riescono a non sfigurare nel complesso. Da citare tra le migliori sicuramente il rock n'roll punk di "Spirit '87" e l'ottimo punk stradaiolo di "Roadblock" con tanto di assolo caloroso che sembra uscire da "Let's Go", altro grande album della band e "Ivory coast" in cui viene fatto un ottimo uso dei cori. Non male pure l'hardcore sporco di "Django" e "Out of control" che riprendono il discorso iniziato dal penultimo album.

Buono anche il singolo "Fall back down" che vede l'uso di un organo e il punk rock anch'esso orecchiabile di "Born frustated". Da notare come l'album  sia però nettamente più leggero e solare del predecessore con canzoni che non arrivavano ai due minuti, e pure meno potente e macchiato come già detto da divagazione ska e reggae niente male come "Start now" o "Memphis".

L'unica sorpresa e novità del disco è data dalla strana almeno per loro ballad molto dolce "Arrested in shangai" forse la prima dell'intera discografia.

Poi il fatto di essersi commercializzati come sostiene qualcuno è una grossa cavolata, in quanto non mi sembra di vedere quartetto d'archi, melodie pop o ballate alla Green Day nei dischi dei Rancidi e la voce di Tim Armstrong è tutt'altro che linda e vergine. E il fatto della major che ha distribuito il disco mi sembra un pretesto, perlomeno poco valido per criticare il gruppo sul piano strettamente musicale.

Come già detto lo ritengo un ottimo album, ok non contiene hit indimenticabili come le "Radio" e "Salvation" di "Let s Go" che ritengo le più belle canzoni, ma questo "Indestructible" è un ottimo album che si fa apprezzare pienamente proprio perché riesce a cambiare ritmo di canzone in canzone non annoiando mai alternando momenti rilassati ad altri di pura adrenalina, in sintesi da avere.

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