Giunge al secondo disco il supergruppo Rangda, estemporaneo divertissement di tre tra i migliori improvvisatori folk e rock in circolazione. Trattasi del batterista di stampo free jazz, Chris Corsano, Ben Chasny alla chitarra, meglio noto come Six Organs Of Admittance, e Sir Richard Bishop all’altra chitarra, autore simile a Chasny ma sul versante folk drone.

Se il primo “False Flag” lasciava intravedere spunti affascinanti, ma  in molti frangenti si perdeva in lungaggini ed elucubrazioni strumentali eccessive, così non accade in questo “Formerly Extinct”, che mette a frutto le intuizioni precedenti, superando molti clichè che un disco di improvvisazione strumentale può portarsi dietro.
Sembra un ossimoro, visto che improvvisazione starebbe per libertà assoluta, ma, per citare i CCCP, la libertà è una forma di disciplina, quindi capita spesso di sentire album di stampo improvvisativo molto simili tra di loro. “Formerly Extinct” sfugge al tutto grazie al talento cristallino dei tre, chirurgici negli stacchi, fantasiosi nei fraseggi, e soprattutto concisi nel minutaggio dei brani (ad esclusione dei quasi 12min di “Silver Nile”, una visione al ralenti di “Dark Star” dei Grateful Dead e “Careful With That Axe, Eugene” dei Floyd).

Brani anche molto vari fra di loro, se l’iniziale “Idol’s Eye” potrebbe essere una versione indiana dei Don Caballero, la successiva “The Vault” pascola per metà dei suoi 4 min in praterie free dissonanti, prima di trasfigurarsi in una specie di cosmic blues. Se un trait d’union può esserci, è il gusto per linee chitarristiche simil raga (probabilmente farina del sacco di Bishop), ben presenti in “Majnun” e aleggianti su tutto il disco.  Anche se il meglio lo danno in pezzi come “Plugged Nickel” e “Night Porter” (i Fugazi senza voce ma con tanti acidi in corpo?), o nell’attesa crescente di “Tres Hambres”e nella filastrocca ipnotica di “Goodbye Mr. Gentry”.

Disco sorpresa di questo 2012 appena passato.

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