So che, su DeBaser, non è visto con troppa simpatia chi scrive "troppe" recensioni sullo stesso artista e questa mia, essendo la settima riguardo a Chris Corner*, probabilmente inizierà a provocare qualche prurito. Ad ogni modo assicurando che A) non sono Chris Corner e B) tanto meno un suo parente o qualcuno del suo entourage (purtroppo) prometto che sarò breve, tanto più che questo scritto nasce (anche) dal desiderio di completare la discografia del magnifico elettro(postpunkdarkwaveaddicted)glamster (ho esagerato con i neoanglologismi?) di Middlesbrough (Inghilterra) prima che esca (il 15 Maggio p.v.) il nuovo disco.

"The Alternative" è il secondo album nato sotto il nome "IAMX" ed è stato pubblicato nel 2006. Sul solco iniziato già con i Pimps e poi con "Kiss+Swallow", primo disco sotto l'egida oggetto di questo scritto, Corner dosa ancora un'affascinante miscellanea proveniente dritta dritta da influenze, soprattutto ottantine, dark e dark-elettroniche (i nomi sono i soliti che ripeto dalla prima recensione ma per chi avesse la sventura di leggermi per la prima volta non costa nulla citare i, mai abbastanza lodati, Joy Division, gli eleganti New Order, gli indimenticabili Cocteau Twins e naturalmente i Depeche Mode e non mi va di trovar un aggettivo per loro...fate voi...) e ci infila, magistralmente da animale danzereccio qual'è, loop ritmici decisamente più novantini: d'altronde è impossibile per un inglese nato in quell'ottima annata che è il '74 non aver avuto cuore e cervello ben piantati in quel che succedeva nei club d'Albione nei '90 (a dire il vero questo capita anche ad un non inglese ma non voglio che mi diciate ancora che parlo troppo dei cazzi miei nelle recensioni...).

Il resto è determinato dalla bravura di Corner nel proporre melodie accattivanti, la propensione per le atmosfere dark e malinconiche ed emozionalmente "cariche", i testi che propongono tematiche difficili come l'ambiguità sessuale, le dipendenze etc. etc., tutte cose insomma che piacciono a noi (ex?) gggiuofani, con l'aggiunta di una maggior (anche se in mezzo ad un Carnevale Elettro par perdersi docilmente) componente (quasi) acustica. Poi la sua, sospesa tra sogno e lamento, voce fa il resto.

Forse dovevo esser più "poetico" e meno pragmatico nel descrivere sto disco ma per stavolta va bene così: vi saluto lasciandovi al grido di battaglia "After Every Party i Die"

 

Mo.

 

PS: Apparentemente (solo apparentemente) off-topic saluto (anche se difficilmente leggeranno sta cosa) i ragazzi di Motorfm la miglior (e non ho voglia di aggiungere "per me") radio del mondo.

*Tre sugli Sneaker Pimps , due sugli IAMX  ed una sulle Robots_in_Disguise (progetto in cui è coinvolto come sessionista-produttore).

 

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