Non ci si stanca mai di parlare di “Automatic For The People”.

Album fondamentale, forse (anzi, sicuramente) l’apice creativo nella strepitosa carriera degli R. E. M. . Un album cupo e meditabondo ma liricamente spesso violento, che nelle intenzioni iniziali dei propri creatori avrebbe dovuto essere un disco di alt rock duro dopo la sbornia quasi pop di “Out Of Time” (intenzioni quasi subito abbandonate) e la deflagrazione inaspettata di “Losing My Religion”, destinata a diventare il classico per eccellenza della band di Athens.

In occasione del venticinquesimo anniversario di questo strepitoso disco, arriva nei negozi una ristampa ricca ed esaustiva strutturata in tre dischi: l’album originale rimasterizzato in Dolby Atmos (prima uscita discografica assoluta ad utilizzare questo formato), un secondo disco con l’unica esibizione live degli R. E. M. nell’anno di uscita del disco (al “40 Watt Club, in occasione di una raccolta fondi) ed un terzo disco contenente demo (alcune delle quali di pezzi inediti) e versioni alternative molto molto interessanti.

Ma andiamo con ordine; dell’album originale rimane davvero poco da dire, un capolavoro assoluto. Aperto da un singolo assolutamente cupo, disturbante ed anti radiofonico come “Drive”, uno degli migliori pezzi della band statunitense, “Automatic For The People” è la negazione in musica del successo di massa raggiunto dal precedente “Out Of Time”. E, come spesso succede, l’ironia lo incenserà successivamente come best seller assoluto degli R. E. M., nonostante inizialmente l’album avesse pagato la scelta di “Drive” come singolo di lancio (non raggiunse la vetta della classifica Usa, fermandosi al secondo posto). I pezzi davvero rock, o comunque più remmiani, sono alla fin fine solo tre (la firizzante “The Sidewinder Sleeps Tonite”, la pietra miliare “Man On The Moon” ed il rock ‘n roll politicizzato di “Ignoreland”), per il resto ci troviamo di fronte ad arrangiamenti cupi ed essenziali, sovente sorretti dal lavoro agli archi dello Zeppelin John Paul Jones. Impossibile non ricordare il super classico “Everybody Hurts”, malinconica ballad sul suicidio giovanile e unica vera hit del disco, oltre alle sognanti “Try Not To Breathe”, “Find The River” e l’ennesimo classicone, “Nightswimming”, sempre all’insegna del minimalismo e della delicatezza degli arrangiamenti.

Per quanto riguarda il disco live, i principali motivi di interesse sono una versione rock e diretta di “Drive” e l’unica esecuzione live di “Monty’s Got A Raw Deal”. Tra le demo inedite invece, le uniche novità assolute in versione completa sono la chiusura “Devils Ride Backwards”, che anticipa curiosamente quelle che saranno le sonorità del discusso “Up” e la sognante “Mike’s Pop Song”, con Mills alla voce. Per il resto ci troviamo di fronte a curiosi bozzetti e versioni alternative, utili a capire quale sia stato il processo necessario per arrivare a questo gioiello di album.

Intramontabile.

Traccia migliore: Man On The Moon

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