E’ come se ad una casa di due piani mancassero le scale.

1983: i Minor Threat si scioglievano, Spielberg era tutto gasato per la nomination agli oscar a causa dell’ alieno che metteva le ali alle bici, iniziavano a venire fuori i primi cd (addio cassette) ed io me ne stavo tranquillamente nella palle di mio padre, mentre accadeva tutto questo i Rem davano vita al loro più grande splendore.

Murmur è psichedelico, è punk, è pop, è alternative, è impressionante il modo in cui la voce di Stipe in “Radio Free Europe” mi faccia star bene e poche tracce dopo “Perfect Circle” mi faccia star male… L’inizio del pentimento è l’inizio di una nuova vita “9-9” Rem Post-Punk.

I Rem dopo Murmur confezioneranno album storici, daranno vita a grandissimi successi planetari, ma… c’è sempre un ma. La vera “maturità” la lasceranno tutta qui, in Murmur. Cercate di afferrare cosa voglio dire, non che un “Automatic for the people” sia brutto o “Monster” non valga nulla, assolutamente no! Hanno genuinamente fatto la strada al contrario, ad esempio i Radiohead partono con delle cose fiacche e aspre per poi finire in dischi pieni di maturità sonora e lirica, Murmur è un album che pochi ascoltano, che pochi comprendono a pieno.

Quando penso a quest’album mi viene in mente un aforisma di Baudelaire: “Ma l'amore, per me, non è nient'altro che un materasso d'aghi su cui dare da bere a queste femmine crudeli”.

Dopo le cose sarebbero diventate bella ma “pop” tutto qui, hanno lasciato un tesoro con una mappa, come a dire “se leggi bene i nostri album e fai qualche passo indietro troverai l’oro”.

A proposito, Spielberg non vinse l’oscar.

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