Questo è sicuramente il miglior lavoro di Renato Zero.

Ci ho messo trent'anni per capirlo, si fà fatica a scartare qualcosa da questo lavoro. Una giusta alternanza fra brani ritmati e no. Parte alla grande con "Qualcuno mi renda l'anima" brano struggente dove alla fine il violentato diventa violentatore, il gioco di parole si passa dal "qualcuno mi renda al qualcuno mi venda l'anima". Tutto il disco è un viaggio su chi siamo, cosa cerchiamo, chi vogliamo. "L'evento" è essere se stessi come ripete nel brano "Io sono io ma un evento poi non è". "113" anche se è un brano kitch con quelle chitarrine racconta della solitudine di ogni persona qui portata all'estremo. Geniale l'idea di chiamare il 113 per poter parlare con qualcuno.

"Inventi" pezzo sicuramente Zeriano dove il nostro si racconta nella fase del trucco pre ingresso in scena "Inventi le mie forme lo stile è quello tuo, poi chiudo gli occhi sul nome mio quel che inventi losò son sempre io". "Metrò" altro pezzo leggero dove "farlo sul metrò è una follia vieni a casa mia" tra paittelles e quadrifonia. "Il tuo safari" il pezzo più rockeggiante di tutta la discografia di Renato lui preda di lei o di lui. "Tu che sei mio fratello" di nuovo solitudine "Tu che vivi in silenzio non scordare il nome mio". Forse più che fratello quel genitore che manca in "113"?
"Mani" queste benedette maledette mani che ci legano fisicamente ? Giochi sadomaso ? Certamente i soliti bacchettoni pensano a questo guardando al personaggio invece le mani che ci legano son proprio le loro quelle dei benpensanti. "Depresso" se Zero deve qualcosa musicalmente a Bowie è questo il pezzo da ascoltare, grandioso l'attacco "Cado così mi trascina non sò chi attraverso corsie non capisco che cosa è successo sono depresso". Questo per...... Ho dimenticato "Vamos" l'unica nota dolente, a quei tempi i dischi perfetti riuscivano solo a Battisti.

Ma musicalmente com'è stò capolavoro di Renato Zero. Premesso che secondo me il signor Renato Serio con Zero proprio non centra nulla uno era un pazzo scatenato l'altro appunto serio, con tutti i suoi violini del casco (non è un errore). Questo disco lo arrangia un certo Ruggero Cini e si sente dagli arrangiamenti bisognerà attendere Artide Antardite del 1981 per riuscire a non essere banali. Che dire ancora c'è chi invecchia bene tipo che sò De Andrè, Battisti (poteva non piacere ma almeno no ha proseguito la carriera riempiendoci di canzoni inutili ogni anno). La lista la potrei allungare ancora pensateci voi. ciao

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