2006-2010: anni difficili per i Rhapsody Of Fire, in rotta con l'ingombrante patron della Magic Circle Records Joey De Maio, ma anche anni di redditizia pausa di riflessione in cui il chitarrista-mastermind Luca Turilli ha avuto modo di riordinare le idee e ridare slancio alla sua creatura musicale, sfornando sotto l'egida della Nuclear Blast questo "The Frozen Tears Of Angels", settimo LP dei RoF e terzo capitolo della Dark Secret Saga: dopo il sinfonico, barocco e magniloquente "Symphony Of Enchanted Lands II" ed il suggestivo e variegato "Triumph Or Agony" è la volta di un album decisamente coeso ed unitario nella sua visione d'insieme, assai più snello nella struttura rispetto ai due predecessori, in cui arrangiamenti orchestrali e intermezzi narrati suggestivi ma alla lunga un po' stucchevoli vengono ridotti all'osso per far posto ad un nuovo stile più immediato ed heavy, un po' come in "Power Of The Dragonflame" ma decisamente più asciutto e muscolare, senza rinunciare al pathos ed alle atmosfere epiche che hanno fatto la storia dei Rhapsody Of Fire.

In continuità con una tradizione ormai consolidata "The Frozen Tears Of Angels" inizia con il possente muro sonoro dei cori dell'intro "Dark Frozen World", che trasportano senza ulteriori preamboli l'ascoltatore all'opener "Sea Of Fate", non una power-scheggia impazzita alla "Emerald Sword", non un roccioso ed epico midtempo come le precedenti "Unholy Warcry" e "Triumph Or Agony" ma una costruzione musicale più equilibrata, che trova le sue fondamenta nel drumming di Alex Holzwarth e le sue mura nella sei corde di Luca Turilli che riprende ad essere l'artefice primaria della costruzione del Rhapsody-sound; eccellente come sempre la prestazione dell'ugola d'oro Fabio Lione, vero valore aggiunto ed elemento caratterizzante di questa band; caratteristiche che in linea di massima contraddistinguono anche la successiva "Crystal Moonlight", ulteriormente caratterizzata dall'intreccio tra i cori e la voce di Fabio Lione che origina un chorus di grande impatto ed atmosfera e per la pirotecnica "Raging Starfire", il punto più veloce e spiccatamente power dell'album, con un LT duro e veloce come non lo si sentiva da tempo, che si fa artefice di un sound che non rinnega il passato ma risulta decisamente più maturo e sobrio rispetto alle varie "Holy Thunderforce" o "The Last Angel's Call", così come la ballad del disco, "Lost In Cold Dreams", che mette da parte la liricità alla lunga un po' monocorde delle passate "Lamento Eroico" e "Son Of Pain" in favore di un'atmosfera più tenebrosa e avvolgente, su cui svetta un Luca Turilli che anche qui si conferma protagonista assoluto del sound di "The Frozen Tears Of Angels", completano l'album la visionaria cavalcata "Reign Of Terror", in cui Turilli e Staropoli si dividono equamente il merito di una magistrale composizione in cui cori e orchestrazioni si fondono con l'impeto del tessuto sonoro chitarra-batteria che vede in un imperiale Fabio Lione il perfetto interprete e trait d'union e "Danza di Fuoco e Ghiaccio", contemplativa ma vivace ballata folk-metal che funge da suggestivo momento di pausa e riflessione tra la velocità e l'impeto del resto dell'album, che si conclude con gli undici minuti della titletrack, perfetta riproduzione in piccolo dello stile e della personalità di questo capitolo della storia dei Rhapsody: non più una magniloquente e mutevole suite ma una canzone scolpita in un unico blocco: solenne, atmosferica e magniloquente ma sempre diretta, veloce e semplice nella struttura, senza grandi divagazioni e cambi di tempo, chiudendo in grande stile un ottimo album, maturo e privo di punti morti.

E così, nonostante il mio approccio inizialmente scettico e diffidente i Rhapsody si sono rivelati ancora capaci di conquistarmi: l'idea di una band "monolitica" e ottusamente arroccata sulle medesime sonorità è sempre stata uno squallido luogo comune nonché falso storico: i RoF sono un progetto dotato di una propria personalità ben definita a sicuramente di nicchia, ma nel suo genere, pur mantenendo i propri canoni e stilemi c'è sempre stata una variazione di sonorità e atmosfere di album in album, in questo caso ancor più netta rispetto al passato. "The Frozen Tears Of Angels" suona come il prodotto di una band più matura, più forte e soprattutto unita come un pugno chiuso, a partire dai due membri fondatori, Turilli chitarrista ritrovato e come sempre ottimo sceneggiatore musicale e  Staropoli eccellente vice-timoniere sempre determinante per le sorti della band seppur meno caratterizzante rispetto al recente passato, e questo non può che essere segno di un futuro luminoso per una grande band a cui tributo il mio più sentito e caloroso bentornato.

Elenco tracce e video

01   Dark Frozen World (02:13)

02   Sea of Fate (04:47)

03   Crystal Moonlight (04:25)

04   Reign of Terror (06:52)

05   Danza Di Fuoco E Ghiaccio (06:24)

06   Raging Starfire (04:56)

07   Lost in Cold Dreams (05:12)

08   On the Way to Ainor (06:58)

09   The Frozen Tears of Angels (11:17)

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Altre recensioni

Di  elgard83

 Sicuramente una delle migliori canzoni di sempre create dai R.o.F.;

 Dopo svariati ascolti, posso concludere affermando che si tratta del loro miglior disco dai tempi di 'Power of the Dragonflame'.