Non so voi, ma spesso mi viene da pensare che tante persone da me incontrate nel corso di tanti anni non siano così come possono apparire. Dietro le apparenze, chissà che personalità contorta si può celare. Questo pensiero mi si è ripresentato dopo la visione del film "Hit man - Killer per caso" , pellicola dal ritmo scoppiettante e che scivola via per due ore, riconciliando lo spettatore alla magia del cinema.
Il regista Richard Linklater prende spunto da quanto capitato a Gary Johnson (persona realmente esistita) e, al di là di alcune variazioni di mera finzione, imbastisce un film di azione serrata e non privo di richiami a temi esistenziali. Il protagonista Gary Johnson (interpretato divinamente da Glen Powell) è un professore di filosofia all'università di New Orleans che tiene un corso dedicato all'analisi di ciò che si ritiene essere la cosiddetta personalità. Definirla in modo univoco è pressoché impossibile in quanto ciò che siamo risente del contesto generale, tale da influire sul nostro divenire. Praticamente siamo delle entità in costante mutamento e ci mettiamo del nostro ad evolvere, anche perché non disdegnamo di metterci in gioco, uscendo dalla nostra comfort zone.
Teoria lineare, ma a fermarsi alle apparenze il professore Johnson pare uomo opaco, a bordo di una qualsiasi utilitaria Ford, immerso nei suoi studi mentre accudisce i beneamati gattini di casa. Solo che, anche per arrotondare le entrate finanziarie, collabora con la polizia in veste di consulente informatico. E un giorno, a fronte di un' inaspettata emergenza, viene impiegato per sostituire un poliziotto che opera come falso killer per avvicinare e incastrare, nell'atto di porgere una congrua somma, i mandanti di qualche omicidio. Il battesimo del fuoco va nel migliore dei modi e l'insospettabile professore miete successi a gogò, dimostrandosi abile nell'assumere differenti sembianze.
Ma il giorno in cui incontra una certa Maddy (qui impersonata dalla caliente Adria Arjona) bella divorzianda con voglie omicide verso l'ex marito, Gary non se la sente di procedere come da routine professionale e la consiglia efficacemente di lasciar perdere. A quanto pare fra i due è scattato un feeling che genererà poi una valanga di conseguenze inaspettate e che non svelo poiché il punto di forza dell'opera è proprio il riuscire a spiazzare anche gli spettatori più sgamati.
È garantito il ritmo di una commedia che, a partire da quanto vissuto da una persona esistita, ci squaderna le infinite svolte in cui si può incappare nella vita quotidiana se ci si presta ad uscire dalla routine. Certo, in qualità di finto killer si incontrano persone disperate ed incattivite (vale non solo negli Usa...) e dopo varie peripezie ci si può interrogare sulla personalità di ciascuno di noi.
Non male per una commedia che può sembrare leggera, ma che sa stimolare una sana riflessione, come era nello stile cinematografico di un grande come Billy Wilder. E comunque un monito a non dare per scontata la prima impressione che genera chi conosciamo superficialmente. Il cosiddetto vicino di casa può celare qualcosa di incredibile (e magari potrebbe essere qualcuno per niente raccomandabile...).
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