Quasi non mi sento degno di commentare una tale opera!

Rick Wakeman è il più grande tastierista al mondo, forse a pari merito solo con Keith Emerson. La sua carriera pluritrentennale ha abbracciato un po' tutti i generi: dal progressive alla new age, dai tradizionali carrols natalizi alla musica classica. Ma di tutta l'ottima discografia di Wakeman non vi è dubbio che l'album migliore di tutti sia questo.

Questo lavoro è ancora privo di quella pomposità che caratterizzerà un po’ tutti gli album successivi. Niente orchestra, niente cantanti, solo il Mago e le sue tastiere. 'The Six Wives Of Henry VIII' è un'opera esaltante, frutto di un momento di grande ispirazione. Registrato nel 1972, lo stesso anno dell'uscita di 'Fragile' con gli Yes, 'Six Wives' è un concept album completamente strumentale in cui ogni canzone ha il nome di una moglie di Enrico VIII.
Si parte con Catherine of Aragon, in cui suonano praticamente tutti gli Yes. Questo pezzo è forse il più famoso di Wakeman e fa subito intuire come sarà l'atmosfera dell'album, ossia magniloquente e all'insegna del virtuosismo tastieristico (d'altronde non poteva essere altrimenti). Cori e chitarra acustica arricchiscono il pezzo. Più movimentata è Anne of Cleves, praticamente un lungo assolo di organo che dura oltre 7 minuti.

Catherine Howard è invece un lento ed è forse la canzone più bella dell'album: magnifico intro di pianoforte, begli stop di sintetizzatore e stupendo il folk suonato con l'harpsicord. Pura poesia. In Jane Seymour ritorna l'amore per Bach di Wakeman perché questa non è altro che musica classica con qualche intervento del synth.
Anne Boleyn
"The day thou gavest Lord hath ended" è la traccia più prog del disco, con molteplici variazioni di tema e di ritmo e qui Wakeman si scatena. Catherine Parr è un altro brano memorabile dalle atmosfere epiche. Incredibile risulta la quantità di musicisti di cui si è servito Wakeman: Dave Winter, Steve Howe, Alan White, Bill Bruford, Chris Squire, Chas Chonk, Les Hurdle, Mike Egan, Dave Lambert, Barry de Souza, Ray Cooper, Frank Ricciotti, Dave Cousins.

Incredibile è anche il numero di tastiere che Wakeman ha usato: mellotron, moog, organo hammond, organo di chiesa, piano elettrico, pianoforte a coda, i vari synth e chi più ne ha più ne metta (d'altronde basta vedere la foto del retro della copertina, dove Wakeman ne è letteralmente circondato). Ma la cosa più incredibile è quello che il nostro fa nel corso dell'intero album. Registrare un album delo genere non dev'essere per niente facile. Anche la copertina è simpatica, con Wakeman che passeggia allegramente fra Enrico VIII e le sua mogli.

Non c’è che dire: questo album è veramente fantastico.

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