"Anche per oggi il sole è stato assai brillante,
ha fatto il suo dovere, ha riscaldato tutti quanti..."
Vi ricorda qualcosa questo motivetto sopracitato? Come dite? Non l'avete mai sentito? Oppure lo conoscete ma vi sovviene poco attualmente?
Tra le tante band della nostra penisola a cui viene data poca, ma davvero poca importanza, stavolta vorrei segnalarne una che ho conosciuto in un periodo in cui avevo da poco superato la fase "solo audiocassette". Questi sono i Ridillo, band che probabilmente qualcuno ricorderà solo per le collaborazioni (sporadiche) con i primi Articolo 31.
Ora, onestamente, non riesco a capire per quale motivo non siano così conosciuti ed apprezzati dalla gente. Secondo me sono simpatici, solari, divertenti, sinceri, coerenti, bravi a suonare, e fanno belle canzoni. Un pop serio, funkeggiante, mai stancante, allegro, a volte quasi jazzato (nel loro quarto CD suoneranno con Sam Paglia, che conosco poco sinceramente).
E questo loro primo album forse è il loro capolavoro, almeno per come la vedo io. Già si capisce la formula vincente che accompagnerà i Ridillo dal 1996 fino ad oggi (anno d'uscita della raccolta "Hello!").
Puro funky quello che introduce l'album, con "Benvenuti", una sorta di biglietto da visita per entrare nel mondo dei Ridillo. Notevole l'uso del doppio senso "Dai Ridillo dai ripetilo!".
Segue "MondoNuovo", citata all'inizio della recensione, e che per me rappresenta un esempio di canzone pop perfetta. Una tromba che vola altissima, e che accompagna ben bene la voce di Bengi. Lo stesso discorso vale per "Festa In 2", per giunta assieme alla traccia precedente uno dei due singoli di lancio, e per "Pace&Amore". Quest'ultima, pur se caratterizzata da una struttura semplice, non brillante certo di originalità, fa il suo effetto, e lascia il segno facendo venire voglia di riascoltarla.
Senza nulla togliere però a "Sessonestissimo", anch'essa a mio avviso un pilastro del cd, grazie ad un ritornello incisivo, che già dal primo ascolto viene voglia di canticchiarlo a più non posso.
Altro fattore a loro favore è l'ironia, qui alla base di "Il Poeta Si Diverte" e "Chiéche".
"Lasciate pure che si sbizzarrisca...
anzi è bene che non lo finisca!
Il divertimento...ti costerà caro, caro, caro!
Ti daranno del somaro!" ("Il Poeta Si Diverte")
"Can che abbaia alle volte morde
spesso e volentieri
sulle storie di ieri
qualcuno è stato morsicato di già!
Scandali e pettegolame...
parla a vanvera!" ("Chiéche")
Ma non è tutto. Ritorna il pop con "Arrivano i Nostri", c'è tanta voglia di elettronica in "Funk Lab", e va segnalata anche "Bella Ciao" (che non ha niente a che vedere con l'omonimo canto partigiano), canzone "on the road", e nel suo essere tale presenta appunto delle sonorità quasi "da viaggio" che si sposano felicemente con lo stile del complesso. Per non parlare delle contaminazioni quasi jazz ben udibili ne "Il Ballo Della Mosca Cieca" e "Henry Cocomerì".
Prima della calata del sipario, seguono "Bentornati", la quale è (già dal titolo si capisce comunque) una ripresa live di "Benvenuti", la movimentata "Ay Caramba", caratterizzata da una batteria quasi "spaziale" e dalla maggior presenza di chitarre un po' più spinte durante le strofe, e "Cartoline Jazz", cover (e nello stesso tempo primo singolo, di poco precedente a "MondoNuovo") dell'omonima canzone di Mina, e di cui bisogna dire che non ha niente a che invidiare con l'originale!
In generale c'è da dirlo: questo esordio è un disco che andrebbe rivalutato... e poi diciamocelo, un po' di Ridillo non fa mai male a nessuno. Sono loro stessi a dircelo nel corso del cd:
"...E lasciatemi... divertire!..."
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