Questo album puzza di zolfo. (Quindi il perfetto album da far girare nello stereo di casa sotto le feste)

Avevamo lasciato il progetto Rites con Letter To D(E)ad, ed ecco rispuntarlo fuori nello stesso mese di dicembre con questo Negative Reflections. Le tematiche non sono cambiate, lettere scritte da persone che ricordano i propri cari estinti, in questo caso la causa della morte è il suicidio. Tutto si è fatto molto più lento e cupo, il funeral doom metal/sludge è diventato quasi ai confini con il drone doom metal (Khanate?), una sola traccia per 31 minuti di durata con un riff e una batteria monocorde che si ripete all’infinito.

L’esordio che risulta essere quasi come un forte lampo nella tempesta per poi cedere il passo alla batteria lentissima e il testo lunghissimo con parti malate in growl e i soliti ipercompressi e schizzati vocalizzi in stile depressive black metal. Adesso ricorda più i lavori di Nortt che il depressive di gruppi quali Shining o Forgotten Tomb.

Se Letter To D(E)ad era per pochi, questo Negative Reflections è per pochissimi, solo per chi adora le cose pachidermiche, eccessivamente brutte e di cattivo gusto e per chi ama rimestare nel torbido. Non c’è molto altro da dire, c’è la grande possibilità che chi ascolta rimarrà schifato da una tale commistione di elementi (tematiche, vocals, musica che è un monolite nero immutabile e sempre uguale a sé stesso). Io che amo questo genere di cose gli do quattro su cinque come valutazione. Ma un altro potrebbe benissimo classificarlo come pattume. A voi la scelta.

Buone feste.

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