Chi ama la "cult music" conosce bene questo geniale songwriter e la sua mitica band.
Danger In The Past (1990) è il primo lavoro che Robert Forster compone lontano da Grant McLennan e sebbene sia stato accolto, in un primo momento, da un accoglienza piuttosto fredda (probabilmente a causa della vena malinconica che caratterizza il disco), ora a 15 anni di distanza dalla sua uscita possiamo tranquillamente affermare che questo disco è stato sicuramente uno dei migliori lavori del decennio passato.
Dalla bella copertina si può subito intuire di trovarsi di fronte ad un album asciutto e senza fronzoli, improntato su una produzione ingegnosa e piena d'intuizioni, affidata alla mente dei Bad Seeds, e suonata da pochi e validissimi musicisti, che oltre al già citato Mick Harvey vede alla batteria Thomas Wydler e alla chitarra Hugo Race.

Tutte le tracce del disco sono assolutamente bellissime e come se non bastasse la preziosa voce di Forster non può che rendere sempre più affascinanti e brillanti le sue già stupende composizioni che ci conducono lungo strade di cuori spezzati e bambine strafatte, strade polverose costeggiate da villaggi fluviali e da sipari strappati, da amanti avvolti dall'oscurità che si chiedono se nel buio più profondo canta meglio Towens Van Zandt o Guy Clark, mentre tutti i cuori solitari rimangono intrappolati in un'eterna Domenica Mattina (probabilmente la stessa dei velluti sotterranei) e poi ancora reminescenze dylaniane mentre sullo sfondo, proprio come ogni cosa la primavera volge lentamente in autunno. Per l'eternità.

Carico i commenti... con calma