Tra le parole più utilizzate nel linguaggio quotidiano ci sono pochi agglomerati di vocali e consonanti, forse “Ciao”, “Buongiorno” e le forme di cortesia, che possono competere alla conquista dell’ambita vetta con “Vaffanculo”, “Cazzo”, “Merda” e tutti i vari fratellastri/sorellastre più o meno sboccati. Queste espressioni poco eleganti, così ben conosciute nell’ambito riconducibile alla cerchia degli amici, alle quattro mura di casa, o più in generale alla cosiddetta sfera dell’intimo, assai raramente possono uscire allo scoperto. Assieme agli sbalzi umorali improvvisi ed alle manie capaci di rispecchiare il nostro reale modo di essere, fanno infatti parte di un mondo oscuro che non può, non dovrebbe, apparire nel quotidiano contatto con gli estranei.

Ne consegue che un ragguardevole numero di granelli di sabbia della nostra personale clessidra li trascorriamo giocando a scacchi calibrando accuratamente parole, gesti e comportamenti: falsi fino al midollo, spesso sorridiamo silenti quando dietro a quello smalto c’è solo una grandissima voglia, un desiderio quasi irrefrenabile, di mandare esplicitamente a fare in culo l’altro. Possibilmente guardandolo diritto negli occhi. E così via per altre mille situazioni, le cui vere mire sono soffocate dall’etichetta, dall’educazione che regola il modo di rapportarci con le persone con le quali entriamo, volenti oppure no, in contatto.

Carnage

Siamo a New York e due coppie adulte, apparentemente civili ed equilibrate, si trovano loro malgrado insieme a causa di una lite che ha coinvolto i rispettivi pargoli. Gli incisivi del primo sono saltati spettacolarmente a causa della collisione con un bastone magistralmente roteato dal secondo. Girato in un unico ambiente questa pellicola, una trasposizione di un lavoro teatrale, riesce a rendere molto bene quanto ho cercato di esporre all'inizio.

E’ un incontro di pura etichetta tra due coppie che, pur non piacendosi minimamente a pelle, devono cercare di mantenere un equilibrio comportamentale fatto di cazzate, falsi complimenti, frasi di circostanza e vattelappesca; situazioni che conosciamo fin troppo bene in quanto la nostra quotidianità ne è spesso piena. Grazie alla finzione del cinema, ed è qui che si trova il geniale paradosso, la situazione di equilibrio iniziale viene scalfita irrimediabilmente per lasciare progressivamente il posto al reale modo di porsi, la personale visione del mondo, di ognuno dei quattro personaggi.

Uno dopo l’altro scoppieranno come palloncini al contatto con un ago. Si ritroveranno quindi in terra "nudi", nel senso di inermi, a cercare di raccogliere le priorità delle loro agiate esistenze: la borsetta con i prodotti di bellezza, il cellulare con i contatti milionari, i libri sporcati di ricco e denso vomito.

Ai punti vince la coppia Kate Winslet & Christoph Waltz, un duo eccelso e forse da statuetta, su un'indomita Jodie Foster ed un camaleontico John C. Reilly. Polanski li dirige nel giusto modo, valorizzando il loro talento, per un film originale che ho apprezzato per la sua breve durata, la glaciale ironia che lo permea ed il cinico messaggio che lancia. La reputo un’appagante visione, avvalorata da una prova recitativa decisamente sopra la media.

Da guardare. E per una volta “cazzo“, “merda” e “vaffanculo“!

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