Ricordo che, a suo tempo, Santa Maud mi colpì come uno degli horror più interessanti e riusciti degli ultimi anni. Mi informai su chi l'avesse diretto e scoprii che era l'opera prima di Rose Glass, giovane e geniale regista inglese che aveva già in bacheca una serie di corti. Quando ho saputo che sarebbe tornata con un nuovo film, di cui ha scritto anche la sceneggiatura assieme a Weronika Tofilska, sapevo che non potevo né volevo perdermelo; l'unica cosa che mi rendeva un po'dubbioso, ma mi incuriosiva pure, era il cambio di genere, dato che avevo letto che si trattava di una sorta di thriller sentimentale, peraltro con nomi importanti come Ed Harris e Kristen Stewart.

Qual è la premessa di questo film?

Nell'89, la bodybuilder Jackie parte dall'Oklahoma e arriva in un paesotto del New Mexico, un buco di culo di quelli che hanno solo in America; qui conosce Lou, una megalesbica che pulisce i cessi della palestra dove si allena. Lou chiacchera con lei, le offre degli steriodi, le due si baciano e poi vanno a scopare. Jackie inizia a coltivare il proprio sogno americano: vuole vincere una competizione di bodybuilding a Las Vegas, prendere Lou con sé e scappare in California. Nel frattempo però conosce anche la sciagurata famiglia di Lou: il padre, che è un criminale psicopatico signorotto che alleva insetti, la sorella Beth, un'imbecille sottomessa, e suo marito JJ, un pezzo di merda totale che va in giro a scoparsi le fighette e picchia la moglie a sangue, il tipico stronzo della provincia estrema. Un giorno, JJ si lascia trasportare e pesta Beth fino a sfigurarla e mandarla in ospedale; la situazione, che era già una bomba a orologeria, è pronta a esplodere...

Love Lies Bleeding è un thriller/noir non adatto agli stomaci leggeri, una storia di violenza, droga e sesso lesbico sfrenato, dove la passione pura tra Jackie e Lou diventa presto sofferta e complessa e si evolve tra i meandri del crimine. Un film che, a mio parere, sfiora il capolavoro nella prima parte, ma nella seconda perde tono e ritmo e si conclude con un finale destinato a essere divisivo. La recitazione è buona, con un ottimo Ed Harris (il padre stronzo); il tocco di Glass si vede nelle visioni horror e nella scelta di una relazione lesbica. Non una delusione, ma neanche un capolavoro; è comunque un film di livello, e vale il prezzo del biglietto.

Alla prossima.

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