La recente visione di "Love lies bleeding" mi ha fatto ricordare un fatto di molti anni fa. Precisamente all'inizio degli anni '70 giunse la notizia che negli Stati Uniti d'America era stata brevettata una nuova modalità di riproduzione cinematografica. In buona sostanza, in alcune sale pilota si provava a proiettare film in modo immersivo e totalizzante. Lo spettatore sedeva in poltrona e, oltre a vedere e udire la pellicola, poteva anche percepire gli stessi odori e profumi respirati nelle varie sequenze filmiche. Una gran bella idea sulla carta, ma quando in un film proiettato vi fu una sequenza girata nei pressi di un campo agricolo appena concimato, la reazione irritata degli spettatori presenti fu inevitabile. Come si può facilmente immaginare, la sala si spopolò e da allora non capitò di sentir parlare di nuove modalità di riproduzione cinematografica.

Ma tutto quanto sopra non toglie che un punto di forza di una pellicola può essere costituito dalla capacità di un regista di rendere appieno la fisicità dei personaggi e delle situazioni in cui sono coinvolti. In "Love lies bleeding" la regista Rose Glass (già apprezzata in "Saint Maud") riesce nel miglior modo possibile a rendere l'ambiente di una palestra e i suoi frequentatori, tutti tesi nello sforzo fisico degli esercizi per tenersi in forma. Al punto che pare di percepire il sudore degli stessi, nonché l'afrore dei corpi coinvolti nel coito sessuale. L'opera, infatti, si svolge in una palestra in una cittadina sperduta nel New Mexico, a fine anni '80, ed è gestita da una certa Lou, ragazza attratta da coetanee disponibili . Lou è in rotta con il padre, gestore di un vicino poligono di tiro e malavitoso psicopatico , in buoni rapporti con la corrotta polizia locale. Un ambiente complessivamente squallido.

Quando in quei paraggi passa una bodybuilder come Jackie, intenzionata ad emergere in una gara di bodybuilding a Las Vegas, è amore a prima vista con Lou. Ma tutto questo aprirà un autentico vaso di Pandora nella tribolata famiglia di Lou.

La vicenda è cruda e quella che definivo "fisicità" tiene ben desta l'attenzione dello spettatore, senza che la regista si trattenga nell'inquadrare l'amour fou fra due giovani donne una delle quali (Jackie per la precisione) agisce spavaldamente ed è come fosse dinamite, pronta a vendicare torti subiti e a ricorrere alla pistola (un classico yankee).

Dove invece il film scivola (e non per nulla perde colpi) è laddove la regista eccede nei toni, tanto da fare di Jackie una specie di Superwoman di dimensioni spropositate , una versione femminile dell'incredibile Hulk. Qui si passa ad un registro fumettistico. Fortunatamente attrici e attori sono in gran forma. Non solo Kristen Stewart nel ruolo di Lou stropicciata e sexy, insieme a Katy O'Brian che recita sé stessa dal momento che è già una bodybuilder nella realtà, ma anche un indimenticabile Ed Harris (padre di Lou) con un volto rugoso e una lunga chioma che lo fa somigliare ad un'iguana capellona e dai modi eccentrici tanto da collezionare e cibarsi di insetti vivi.

Film eccentrico, certamente, e con qualche difetto stilistico, sconsigliato a tutti coloro che ancora nutrono una concezione romantica e idealistica della vita e dell'amore. Nulla di tutto ciò poiché, come recita il titolo del film e come può essere tradotto in italiano, l'amore giace o mente sanguinando. Insomma un lurido affare di menzogna e sangue come la vita.

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