Ne hanno viste di cotte e di crude i Roxette. Un tiepido esordio in madrepatria (Pearls Of Passion), poi il botto internazionale con The Look; due innocenti "scapestrati", magari non eccelsi, eppure con una simpatia ed un "fascino" neanche tanto deprecabili, si apprestavano a invadere lo scenario rock - pop/rock "truzzo" e stravagante di fine Eighties.
Sembrava che Per Gessle e Marie Friedriksson fossero destinati al successo imperituro: le successive It Must Have Been Love e Joyride (assieme ai rispettivi album) stavano facendo sfracelli in classifica, il loro primo Tour mondiale (Join The Joyride) confermava appieno una popolarità in fase ascendente. Presto, tuttavia, la bieca giostra della fortuna cominciò a quietarsi senza sosta: al trend negativo delle vendite (con Crash! Boom! Bang! e seguenti) si aggiunse il calo artistico del duo, orientato negli ultimi lavori in direzione spudoratamente dance-pop (Room Service).
Il macigno più imponente da sopportare risultò essere, comunque, il tumore al cervello di Marie, lo stesso che provocò alla cantante notevoli danni all'apparato celebrale e sensoriale. Il black-out (artistico e fisico) del progetto Roxette, in voga dal lontano 1986, incominciò, nonostante le troppe incertezze e qualche timido annuncio, ad interrompersi negli ultimi anni con la pubblicazione di nuove compilations e la partecipazione a svariati festival europei: in tali frangenti è stato concepito Charm School, nuovo lavoro in studio dei celebri Svedesi.
L'album rappresenta il più genuino ritorno al rock roxettiano del periodo aureo: sconfessando totalmente la tamarraggine discotecara di Room Service, Per e Marie, ex "maniaci" delle motociclette, riabbracciano i sounds che avevano forgiato il marchio Roxette, quello di Joyride, Sleeping In My Car, The Look e Dangerous. Una virata alle chitarre elettriche ed alla batteria, più dark e lirica del solito, spesso malinconica e nostalgica, concernente tanto le tracce "rockettare" tout-court quanto le ballads, schema dialettico ripreso, sebbene non simmetricamente come in precedenza. dalla coppia. Tutt'altro che fiacco, piatto e monotono, Charm School intende proprio far riacquistare a Gessle ed alla Friedriksson quel vigore e quell'energia trasudati tanto tempo fa, pure attraverso tonalità vocali aperte, calde e sincere.
She's Got Nothing On (But The Radio), il primo estratto, alterna un pulsante sound rock sincopato a diffusi sprazzi elettronici, Way Out e Dream On si immergono nel country evergreen da prateria, mentre la bizzarra e funkissima After All mostra il lato folk, frivolo e spensierato dell'album, intercalato anche dalle influenze alternativo - elettroniche dei Muse in Big Black Cadillac.
Preponderanti le ballate: In My Own Way, in particolar modo Speak To Me richiamano la liricità malinconica e romantica di Listen To Your Heart, Spending My Time e Fading Like A Flower (Every Time You Leave), benché più dark; totalmente priva di percussioni, I'm Glad You Called scivola nella teatrale drammaticità degli archi, del pianoforte e, soprattutto, di una tranquilla e serena chitarra country.
Gli ultimi brani si discostano notevolmente dal tradizionale contrasto rock - ballad, spostandosi verso sonorità più alternative e "sperimentali": se vi si possono percepire influssi dai Coldplay nella pacata Happy On The Outside, l'eclettico mix ambient - new wave elettronico di Sitting On The Top Of The World chiude degnamente un lavoro piuttosto valido, compatto, concreta dimostrazione di una band che, sull'orlo del collasso e della semi chiusura dei battenti, ha saputo risollevarsi poco per volta, ritornando a far rombare, anche se non come in passato, le Harley di Joyride.
Roxette, Charm School
Way Out - No One Makes It On Her Own - She's Got Nothing On (But The Radio) - Speak To Me - I'm Glad You Called - Only When I Dream - Dream On - Big Black Cadillac - In My Own Way - After All - Happy On The Outside - Sitting On The Top Of The World.
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