I canadesi Rush sono un trio di indiscutibili capacità tecniche e compositive e in questo eccellente live del 1988 ne danno una lampante dimostrazione. Non a caso il grande bassista J. Berlin dedicherà ai tre componenti del gruppo un emozionante brano. Il gruppo nasce nel 1968 a Toronto ed è formato da Geddy Lee (bass guitar, synthesizers, backing vocals), Alex Lifeson (guitars, synthesizers, backing vocals) e Neil Peart (acoustic and electronic percussion). I musicisti sono dotati di una spiccata personalità e Peart firma i testi che spesso variano dalla mitologia alla fantascienza inoltre, risentono dell'influenza della filosofia individualista dello scrittore americano Ayn Rand. Bisogna ricordare che il gruppo passando dagli anni '70 agli '80 ha abbandonato progressivamente le composizioni progressive (scusate il gioco di parole) per avvicinarsi ad una personale visione di art rock e hard rock. Nonostante tutto, le composizioni risultano assai valide e probabilmente la scelta dei tre è dettata da un ben precisa ricerca musicale che tenta di non focalizzarsi su un determinato genere ma che vuole "evolversi" verso nuove forme espressive. Quindi gli anni '80 presentano il gruppo con delle strutture musicali più "semplici" ed immediate e al passo con i tempi.

Il presente live (eccellente) è registrato ottimamente e cattura il gruppo durante i concerti nell'Hold Fire Tour del 1988 a Birminghan UK, New Orleans e San Diego e il Power Windows Tour del 1986 in Meadowlands New Jersey. La forza di questo live sta proprio nella notevole compattezza sonora e affiatamento dei tre musicisti, a parte il fenomenale solo di batteria "The Rhythm Method" di Peart il resto delle canzoni risultano complessivamente come un lavoro di squadra. Certamente ci sono gli assoli dei vari strumenti ma sono tutti calibrati e dosati alla perfezione. I brani sono tutti cantati da Geddy Lee. "Big Money" fa immediatamente decollare il concerto con linee melodiche accattivanti e decise. "Subdivisions" con sonorità e cantato leggermente cupo e con la batteria di Peart che dona a tutto il brano sostanza e ritmo. "Marathon" è tra le mie canzoni preferite e anche in questo caso i Rush dimostrano di cosa sono capaci di creare anche negli anni '80. "Manhattan Project" è semplicemente favolosa con un cantato di Lee che non mostra nessun cedimento in estensione vocale. Indubbiamente un altro pezzo forte di questo concerto. "Mission" è un piccolo capolavoro di sensibilità e profondità e dimostra, come il gruppo sia in grado di raggiungere notevoli risultati soprattutto non esibizionistici. La voce di Lee raggiunge in questo brano la sua massima carica espressiva. La conclusione è decisamente da brividi. "Mystic Rhythms" con batteria sincopata e sonorità cupe con ottimi passaggi chitarristici di Lifeson.

Ci sarebbe ancora molto da descrivere su questo magnifico live ma mi sembra giusto anche non togliere tutto il piacere dell'ascolto. Certo un leggero rammarico sorge per il fatto che non sia stato suonato nessun brano dei '70, ma sicuramente è una logica conseguenza delle scelte artistiche prese dal gruppo su come presentarsi musicalmente ed artisticamente in quegli anni. Una scelta indubbiamente coraggiosa che dimostra, senza ombra di dubbio, la loro notevole maturità artistica. Un disco consigliato a tutti gli appassionati di questo genere musicale ma nonostante tutto anche a quelli più legati alle sonorità e strutture musicali progressive dei '70. Da segnalare anche il valido booklet che all'interno presenta svariate fotografie fantasiose tratte dai concerti.

Voto 4,5

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