Sono davvero poche le band che dopo oltre 30 anni di carriera riescono a sfornare un album così innovativo e fresco di idee nuove e che non odori di già sentito. E fra queste poche non potevano sicuramente mancare i Rush!Viene da chiederci come ciò sia possibile!

I tre canadesi sono stati sempre dotati di una particolare genialità che fa in modo che ogni album loro non sia una fotocopia del loro passato. Ma 30 anni sono tanti e riuscire ad essere ancora così lucidi dopo così tanti anni non è da tutti. Troppe band andando avanti nella carriera hanno perso creatività cadendo così nella banalità e nella ripetitività facendo perdere credibilità ai propri fan circa il proprio futuro. I Rush invece no! Probabilmente loro non si sono mai accontentati di fare quanto di grande hanno fatto e hanno voluto sempre di più! Una band che non ha mai creduto nell'impossibilità di eguagliare il glorioso passato e ha onorato pienamente questo suo credo!

Pur mantenendo la convinzione di aver scritto dei capolavori destinati a rimanere pietre miliari del loro repertorio non hanno mai sostenuto la convinzione che tali capolavori siano ineguagliabili e hanno sempre creduto nella possibilità di scriverne altri, magari non necessariamente a quei livelli ma sempre in grado di lasciare il segno! Se per i fan di molte band dal passato glorioso la notizia di un nuovo album in uscita non fa sperare in un capolavoro o qualcosa che suoni abbastanza nuovo ma semplicemente in un album che sia "almeno buono ed ascoltabile" (vedi Metallica, U2, Guns'n'Roses, Aerosmith, ecc... so che dovrei citare anche i Dream Theater ma quelli che la pensano così per me sono solo detrattori) per i fan dei Rush invece no... La speranza di trovarsi di fronte ad un nuovo capolavoro c'è ancora, magari non sempre viene accontentata ma almeno c'è!

È questa l'impressione che si nota dopo aver ascoltato "Snakes And Arrows" diciottesimo album in studio della rock-band canadese. Dopo un disco sorprendentemente energico come "Vapor Trails" si sono presi 5 anni di pausa per riflettere e recuperare le idee su come impostare il prossimo abum affinché risultasse abbastanza fresco anziché tornare magari subito l'anno successivo con un disco vago e scialbo perché prodotto frettolosamente. Ne è valsa davvero la pena "Snakes And Arrows" davvero non mostra affatto una band di ultracinquantenni con alle spalle 33 anni di carriera arrivata al declino per via della stanchezza mentale... mostra anzi una band ringiovanita fatta da menti inossidabili ancora in grado di regalare sorprese.

A livello di sonorità l'album propone un mix fra hard rock e progressive rock che aveva tanto fatto fortuna dei Rush nella seconda metà degli anni 70 ma colorato di idee nuove che non rendono l'album un déjà vu. Ad esempio vi troviamo ad esempio reminescenze rock-blues, influenze folk-rock e nei testi e nelle musiche emerge più che mai il lato più intimista e riflessivo della band. Da notare l'enfasi che viene data alla chitarra acustica, mai così protagonista. Anche la varietà degli strumenti utilizzati rende l'album interessante: oltre alle chitarre acustiche, elettriche e a 12 corde troviamo mandola, mandolino e bouzouki. Ancora una volta le tastiere vengono lasciate da parte (fatta eccezione per dei leggeri inserimenti in "The Main Monkey Business" e "Faithless") ma la loro mancanza non si fa sentire pesantemente, visto il lavoro dignitoso dei vari strumenti. E la qualità di registrazione è una cosa spettacolare! Mai un sound così limpido e pulito, privo di ogni impurità.

Facendo una panoramica sulle tracce troviamo brani immediati come la potente opener "Far Cry" e "Spindrift", più riflessivi e sognanti fra cui spiccano sicuramente "Faithless" e "Bravest Face", brani dalla forte connotazione acustica come "Armor And Sword", "The Larger Bowl" e la blueseggiante "The Way The Wind Blows". Fantastico poi il tris strumentale comprendente una etnica e orientaleggiante "The Main Monkey Business", la riflessiva folk-oriented acustica "Hope" e la più dura "Malignant Narcissism" con una sezione ritmica impeccabile dove Geddy Lee fa del suo basso quasi un'arma distruttiva!

Ma tutte le tracce, anche quelle non citate, sono molto valide e mai casuali. Ci troviamo sicuramente di fronte ad una delle uscite più valide del 2007 e per di più realizzata da un gruppo che dopo tanti anni non mostra segni di stanchezza, il che vale doppio. Gli amanti della musica realizzata col cuore lo ameranno sicuramente. So che dovremmo aspettare ancora un po' per risentire i Rush all'opera ma quando li risentiremo potremmo di nuovo dire (mio presentimento) "I Rush ci sono ancora!"

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