Molti si riferiscono a quest'album come ad un disco death metal, e lo è certo sotto alcuni aspetti, ma lo ritrovo riduttivo. Se proprio lo dovessimo mettere in questo genere non esiterei a definirlo uno dei più grandi dischi death di sempre. Ma l'interpretazione fantasiosa e progressiva dei Sadist li avvicina ad altre eminenze di questo stile, come gli Atheist, i Cynic o gli ultimi Pestilence.

Non oso immaginare il successo ed il riscontro dei media e del pubblico se questa band fosse nata in Florida invece che in Italia. L'indiscusso Tommy Talamanca, vero mastermind della band, lo porta a spaziare nei lidi più disparati del rock. Se la voce, sempre scabrosa e strappata assicura il giusto tasso di cattiveria e di ruvidità, d'altro canto le soluzioni dinamiche aprono squarci impensabili per il 99% delle band. Molti e sorprendenti cambi di ritmo e di atmosfera. La tecnica strumentale è sopraffina e permette delle divagazioni prog degne dei Dream Theater o dei Fates Warning ("Spiral Of Winter Ghost"). Le tastiere invece assicurano sempre un fascino antico e penetrante e contribuiscono a creare quell'atmosfera sospesa nel tempo, profonda ed inquetante, con influenze di Goblin ("Escogido" e "The Ninth Wawe").

Spesso intervengono poi serrati e grezzissimi riff death a sporcare la struttura dei brani ed a ricordarci la natura ferina del metal della band. I Sadist non si accontentano dell'ovvio e provano anche soulzioni più folk e tribali, con inserimenti di stumenti estranei al campo del rock ("India" e "Tribe"). Il loro è un furore ascetico che li porta a un rigore metodologico mostruoso, pur svariando nei generi più diversi. Sono davvero degli artisti delle tinte fosche di cui conoscono ogni sfumatura che pennellano con l'uso sapiente del basso ("The Reign Of Asmat") oppure con dinamiche ricercate.

Un pezzo molto bello è anche la strumentale ("From Bellatrix To Betelgeuse") che riesce a creare un'atmosfera suggestiva. Nel disco ci sono anche due pezzi dal vivo e la cover "Wratchild" degli Iron Maiden resa con la consueta fantasia.

Una volta tanto il termine capolavoro non è abusato e sono contento di poterlo usare a proposito di una band italiana.

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