Se Saul Williams dovesse guadagnare un'evidente esposizione mediatica e un consistente numero di ascoltatori - come in verità avrebbe già meritato in passato (considerando che ha due ottimi album alle spalle) - grazie alla genesi che ha portato alla nascita e creazione di "The Inevitable Rise And Liberation Of NiggyTardust!", oltre che per come esso verrà diffuso, sarebbe sintomatico della modalità di funzionamento dei meccanismi che regolano il mondo sonoro odierno, però ben venga... (sebbene un pò di rassegnazione dalle mie parole emerga nitidamente).

Fatto sta che, oltre al sottoscritto, anche il signor Trent Reznor è un ammiratore dichiarato del poeta, scrittore, attore (protagonista, tra gli altri, di ‘Slam', pellicola premiata al Sundance Film Festival e a Cannes), filosofo e musicista di Newburgh (New York) e ha quindi pensato bene di collaborare attivamente alla realizzazione e produzione delle quindici tracce e poi ha supportato la causa (oltre a pubblicizzarlo direttamente sul proprio sito) affinché il disco vedesse la luce esclusivamente via web, con la stessa opzione esercitata dai Radiohead, ovvero a scelta tra un pagamento di 5 $ o completamente free. Tutto ciò è importante, ma per motivi e logiche che esulano dal sound strettamente inteso e a noi importa fino a un certo punto, perché quel che vi deve indurre a entrare in possesso dell'opera è il fatto che si tratta di un lavoro (mixato da Alan Moulder, nel cui curriculum vitae troviamo Jesus And Mary Chain, My Bloody Valentine, Smashing Pumpkins, Prick, Cure, ecc.) estremamente interessante.

Definito dallo stesso Williams come "ghetto gothic... hard-core dance", ci offre uno spaccato della catalogazione di crossover aggiornata al nuovo millennio, dove l'hip hop e l'elettronica (già contaminata dei Nine Inch Nails) si uniscono, si separano, viaggiano seguendo strade diverse, incontrano il soul digitale, il rock, il dubstep, lo spoken word e le ambientazioni metropolitane, attraverso composizioni elaborate, sviluppate con intelligenza e creatività, ricche di dettagli, suoni e campionamenti ("Tr(n)igger" è quasi interamente costruita su sample di "Welcome To The Terrordome" da "Fear Of A Black Planet" dei Public Enemy).

Lode a Saul Williams (e a Trent Reznor).

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