"Mwaaah - Waa - Waa - Naa" Si apre così l'ultimo capitolo della "Trilogia del dollaro" del maestro Sergio Leone, che oltre ad aver lanciato la carriera di Clint Eastwood e lo Spaghetti Western, ha il grandissimo merito di aver regalato alla cinematografia mondiale tre dei suoi più grandi capolavori. Se in "Per un pugno di dollari" e "Per qualche dollaro in più" il film era "circoscritto" a un'area e a uno scopo meno ampi (Il primo è ambientato in una città sperduta dominata da due bande che si contendono spietatamente il territorio che finiranno con l'ammazzarsi l'un l'altra, mentre nel secondo la "base" del film è la storia di una rapina venuta bene ma "finita male"). Qui Leone dice addio ad una storia e ad ambientazioni circoscritte e realizza come fattura una sorta di piccolo Kolossal, aggiungendo inoltre un "antagonista" in più, perchè mentre nei due precedenti film erano sempre due, qua ne ritroviamo tre.

Il film si apre introducendoci le tre figure, prima quella del Brutto, poi in modo molto cinico quella del Cattivo (Scena girata benissimo, con tempi fantastici e inquadrature da Oscar.) e quella "introversa" del Buono. Già da queste prime tre scene Leone ci vuol far capire che questa volta vuole andare a fondo, mostrarci quanto abbia imparato e quanto sappia gestire un film di queste dimensioni. Non voglio certo esaminare scena per scena, ma basti pensare alla sparatoria nella città bombardata ("Vado l'ammazzo e torno!"), realizzata in modo fantastico, oppure quella nel campo di prigionia con Wallace che tortura Tuco con in sottofondo la dolce sinfonia di Ennio Morricone o ancora poco dopo lo scontro delle due fazioni che tentano di contendersi un ponte, che in realtà in quella grandissima guerra non ha nessuna valenza ("Una merda di mosca") ma che finisce comunque per costare la vita di migliaia di uomini (Leone quindi inserisce anche una sorta di critica alla guerra in generale); scena girata in modo maestoso, con mille comparse Leone è riuscito a farci immergere in un vero scontro bellico (Ricordiamo che il film è del '67, niente computer, niente di finto, tutto reale) illustrandocelo in modo assolutamente spietato e fatalista quanto il capitano stesso (Interpretato da un grande Aldo Giuffrè), culminando con la maestosa esplosione del ponte che mette fine a questa inutile battaglia facendo in modo che "I soldati vadano a scannarsi da un'altra parte".

Il finale ha inizio. Il buono trova un superstite in fin di vita, e mentre si accinge a fargli fumare il suo ultimo sigaro Tuco inizia a fuggire, Biondo lo colpisce giusto in tempo con un cannone facendolo finire contro una lapide, ed ecco che si entra nella storia. La telecamera si alza in contemporanea con l'inizio di "Ectasy of Gold" mostrandoci il cimitero in tutto il suo splendore; Tuco incredulo inizia a correre, mentre un cane (sgunzagliato a sorpresa da Leone stesso causando in Wallach una reazione assolutamente spontanea) lo fiancheggia ed inizia così la grandiosa sequenza finale. La musica cresce insieme alle immagini, fino ad assumere un connotato quasi celestiale, con movimenti di macchina assolutamente innovativi per l'epoca (e stupendi tutt'oggi) per poi stopparsi di colpo sul ritrovamento della fatidica tomba, con un primo piano fulmineo su Wallach; mentre Tuco si accinge a scavare, spunta la fatidica ombra del Biondo, che gli lancia una pala ("Con questa fai prima!") subito prima che arrivi Sentenza lanciandoneglie una ancor più grande ("Con questa fai anche più svelto!"), inutile dire che l'aria che si respira in queste scene è di assoluta perfezione, cinismo nell'aria ma al tempo stesso piuttosto surreale; appurato che nella tomba c'è solo uno scheletro (Fantastico il segno della croce di Wallach) Eastwood "scrive" su una pietra il nome della vera tomba, piazzandola al centro dello spiazzato in mezzo al cimitero mettendo inizio all'immortale scontro finale, il primo grande esempio di (e molto probabilmente il più bello) stallo alla messsicana di sempre, con primi piani mozzafiato accompagnati dalla fantastica musica spagnoleggiante di Morricone, fino allo sparo di Eastwood che mette fine per sempre alla vita di Sentenza; da notare la rivalità/amicizia fra Tuco ed Il biondo che in qualche modo "pareggiano" sempre i conti, infatti dopo aver buttato a colpi di pistola il cappello e il revolver di Sentenza nella sua relativa tomba (Fantastico commento cinico al tutto), dopo aver fatto raccogliere a Wallach i 200.000 dollari, gli ordina di mettere il collo dentro al cappio, come una sorta di pareggio dei conti. (Scena semplicemente fantastica, da un primo piano su Wallach incredulo per tutti quei soldi, un salire di telecamera e l'apparizione del cappio con dentro la testa di Tuco).

Inutile dire come va a finire, Biondo da lontano spezza il cappio facendo cadere Tuco (Dopo alcuni secondi assolutamente tetri, con Wallach impiccato sul punto di morire che veramente ci fa quasi sentire noi stessi con il cappio attorno al collo che stringe sempre di più!) su una sacca di dollari (Da notare sempre la gerarchia del Biondo, che lascia la metà dei soldi a Tuco, dividendo a metà il bottino) ed ecco che come all'inizio appaiono le scritte: Il brutto sulla sacca di dollari, sconfitto moralmente ma con metà del bottino dalla sua parte, Il cattivo morto e (non) sepolto in modo ignobile, e il buono che solitario, come sempre, parte per un'altro luogo, chissà dove e chissà perchè. Wallach si alza in piedi, con le mani legate correndo verso Eastwood ed urlando: "Hey Biondooo, lo sai di chi sei figlio tu?! Sei figlio, di una grandissima puttan..."AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH. Ed il film finisce, intriso di epicità e di mito.

Un capolavoro assoluto del cinema, un film non catalogabile semplicemente come "Spaghetti Western" ma da catalogare come IL FILM, capolavoro con cui tutti i cineasti prima o poi si devono confrontare. A mio parere insieme a "C'era una volta in America" e "C'era una volta il West" il picco di Leone, la summa di tutta la sua esperienza e di tutto il suo genio. Un cult, un must per tutti coloro che sanno cos'è un film e che cos'è il cinema. Immortale.

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