Non ne posso più di vedere sempre e comunque la tua tastiera nera nel mio campo visivo. Mi rubi le diotrie, mi stanchi, mi rendi irritabile e scontroso. Io ti odio mio caro notebook, sappilo!!! Ti avrò anche comprato ed anelato per mesi, ma alla fine sei tu il padrone ed io lo schiavetto e questa cosa unita al fatto che sono consapevole della situazione mi fa incazzare non poco. Altrimenti come cavolo si spiega che dopo 10 ore di pc, invece di andare a bermi una birra in compagnia, preferisco stare qua a pigiare tasti senza schemi predefiniti lasciando che le parole e le frasi si formino quasi in modo automatico? Adesso non so nemmeno di cosa voglio parlare. Un disco? Forse.
Oggi è stata una giornata particolarmente triste e forse ho solamente bisogno di sfogarmi un po': tu quindi non sei più motivo di odio, ma ti tramuti addirittura in un prezioso strumento di esternazione del mio sfogo. Dio quanto sono labile!!! Due secondi fa avrei voluto buttarti per terra e distruggere la tua memoria e adesso sei diventato il mio amicone. Ma che cazzo ci faccio qua??? Forse inconsciamente sto pensando che un modo per farmi sentire meglio potrebbe essere quello di presentare al pubblico di sto sito di mezzi pazzi, tra i quali ci sono io, un disco che riesca almeno in parte ad incarnare i sentimenti che allo stato attuale provo.
Lei, la stronza che mi ha tradito, usato e poi lasciato nello schifoso limbo di una fottuta pausa di riflessione che dura da mesi; lei, la persona che dovrei odiare e che non riesco a dimenticare e mandare a quel paese; lei, che non merita nemmeno di essere chiamata per nome, è sempre lì, incastonata nei miei pensieri. Oggi ho avuto la tentazione anche di scriverle un sms per primo. Cazzo che caso umano sono diventato! Per fortuna ho resistito, ma anche solo il fatto di averci fatto un pensierino mi fa sentire una merda e mi viene voglia di guardarmi allo specchio per sputarmi in faccia. Certe volte vorrei essere Edward Norton e picchiarmi da solo, come in quella scena di Fight Club. Me lo meriterei, tanto sono stato stupidamente innamorato prima, e per quanto sono debole e fragile adesso da non riuscire a chiudere la porta ad una troietta cagadubbi che mi sta logorando. Peccato che, per la prima volta in vita mia, io la ami. Mi guardo intorno: cazzo, sono in un vicolo cieco...
Ho nella mia collezione diverse centinaia di cd, ma ne posseggo uno che riesca veramente a riassumere quello che provo alla stato attuale: misto tra rabbia, malinconia, dolcezza del ricordo di un passato che non c'è più e stupida speranza per un prossimo futuro?
Cerco e poi mi accorgo che sono proprio io quella persona sfumata che cammina nella nebbia, tra i binari in direzione "sconosciuta". Si, ho appena deciso: vi parlerò di "Reason", secondo album della band carioca Shaaman, nata dallo split degli Angra dopo la pubblicazione di "Fireworks".
Rabbia: sensazione meravigliosa ed esternazione massima del nostro essere vivi. Incontrollabile, furente, accecante ed irrazionale. Il sangue ti pulsa nelle vene, hai voglia di gridare il tuo status di impotenza perché sei racchiuso in una situazione che ti soffoca, ti logora. Il riff arcigno e pesante di Turn Away al limite con il thrash seguito a ruota dalla voce insolitamente sporca di un Andrè Matos furente forse ben rappresenta la rabbia che quotidianamente provo per come mi sono ridotto. Lei non centra, sono io che sbaglio...
Malinconia: non hai voglia di fare niente. Non ti senti più vivo, ogni cosa và avanti quasi per routine. Una fitta nebbia grigia ti avvolge e non ti permette di vedere le cose belle che ti potrebbero accadere: scivolano via lontano e l'unica cosa che sai fare è rinchiuderti in te stesso pensando al passato ed al fatto che niente sarà più come prima. La malinconia fa a braccetto con il rimpianto e io mi ci ritrovo alla grande nelle melodie tristissime del singolo cadenzato Reason, o in quelle più leggere di A Born To Be.
Ricordo: l'avete mai visto il film con Jim Carrey "Se mi lasci ti cancello?". Io vorrei certe volte poter dimenticare totalmente lei, ma ci sono troppe cose, persone, luoghi, situazioni che mi fanno ripensare ai momenti più belli, dolci ed "irresettabili". Innocence, è una ballata stupenda con quel crescendo senza fine cantato divinamente e mi riporta a galla tutte assieme una marea di emozioni. Una sensazione quasi travolgente, che mi lascia un briciolo di speranza.
Speranza: la strana sensazione di potercela fare, di riuscire a ricomporre il puzzle o di provare ad andare avanti senza guardare indietro. E' una situazione contraddistinta dall'incerta, una mezza convinzione di successo, che per un momento di fa star bene e se non si avvera ti fa cadere di faccia sul suolo senza preavviso. Iron Soul con i tempi più marcati, o le venature etniche di Rough Stone.
Questo disco è lungi dall'essere un capolavoro, ma chi ha mai detto che avrei voluto recensire un cd di livello superiore? Io mi sento ben rappresentato dalla musiche del suddetto prodotto dall'anima triste e melodicamente potente. Metal, rock di classe, senza particolare ostentazione tecnica ed anche molto diverso da quanto dato alla luce da Matos fino ad ora. Se anche lui è riuscito a dimenticare il sound degli Angra, perché io non posso dimenticarla?
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