Ecco… Uffa… Gli Shadow Gallery l’hanno fatto: Uffa… Si sono, diciamo, ammorbiditi, hanno deciso di essere più intuitivi e intuibili, hanno scelto di puntare in qualche senso sull’immediatezza sonora, sulla “semplicità comunicativa”. Ah… Poveri noi… anche loro hanno ceduto alle regole… Snif Snif… Una lacrima calda scende sulla mia pallida guancia mentre ascolto ancora una volta questo… questo… CAPOLAVORO MUSICALE.

Eh sì miei cari… Gli Shadow Gallery l’hanno fatto… Il colpaccio… Sono riusciti a fare quello che era riuscito solo in parte ai (contestati) Dream Theater (vi prego non iniziate le solite lotte D.T. si D.T. no, meglio o peggio di questi o quelli) con l’ottimo “Scene From A Memory Metropolis P.2”. Sono infatti riusciti a riprendere e concludere un concept iniziato 7 anni prima costruendo un opera dall’incredibile intensità emozionale, creando atmosfere e sensazioni dolcissime e grandiose allo stesso tempo, facendo l’unica cosa che potevano fare per non cadere sulla ripetizione di quello che già avevano (ottimamente) creato o nel riciclare e riciclarsi come hanno fatto in molti. Eh sì sì signori… Perché i nostri affezionatissimi sono riusciti, tramite una comunicatività (e assolutamente non commercialità) e una semplicità espressiva incredibile a donarci un album, una musica, un opera, tremendamente emozionante, che fa quello che tutta la musica progressiva dovrebbe almeno tentare di fare… E cioè PARLARE DIRETTAMENTE COL NOSTRO CUORE!!

In un certo senso sembra che, mentre negli altri ottimi album, (vedi “Tyranny”, “Careved in Stone” etc.) la loro mostruosa tecnica strumentale era finalizzata a creare nell’ascoltatore un coinvolgimento emotivo molto più che riuscito, Gli Shadow Gallery con questo nuovo “Room V” riescano a proporci un lavoro in cui la tecnica è messa in secondo piano perché risulta “solamente” di contorno per raggiungere lo scopo che i nostri si erano preclusi: regalarci 75 minuti di stupende emozioni in musica.

Non che in questo album la tecnica sia minore che in altri lavori del gruppo e del prog-metal in generale, anzi, tutti i componenti offrono una prova strumentale da spellarsi le mani a furia di applausi, gli arrangiamenti sono complessi ed intricati e dimostrano come non solo sia importante viaggiare a 300 all’ora ma anche saper toccare i propri strumenti con classe ed eleganza; solamente che quando si ascolta l’album quasi non la si nota (la tecnica) talmente presi a cogliere tutte la sensazioni che esplodono dalla musica proposta… Trovo questo “Room V” l’esempio più riuscito di tecnica non come esibizione e mai fine a se stessa. In una parola Magnifico. La produzione poi è molto intelligente e rende alla perfezione il suono di tutti gli strumenti, dei magnifici cori, come al solito pomposi e caratteristici e delle bellissime melodie immediate ma mai banali.  Discutere traccia per traccia un concept come questo credo sia impossibile ed inutile perchè siamo di fronte ad un lavoro che è ben distante dall’essere facilmente assimilabile dato che, ed è questo il bello, si deve ascoltare più e più volte per capirne almeno in parte non la complessità, ma la grandezza e ad ogni ascolto emergerà sempre qualcosa di nuovo e coinvolgente e ogni uno creerà la propria interpretazione. Incredibile.
Le partecipazioni sono come al solito importanti e inserite alla perfezione… E’ il caso della “solita” Laura Jeager che duetta intensamente con Mike Baker nella triste e dolce “Confort Me”, James LaBrie coautore della sognante “Torn”.

Alcuni accusano gli Shadow Gallery di ripetitività e mancanza di evoluzione ma per me sbagliano perché anche se con questo album hanno continuato la strada iniziata con “Stiletto In The Sand” (e si sente) hanno continuamente migliorato la loro proposta, arricchendo gli arrangiamenti e trovando linee vocali e melodiche sempre più riuscite ed emozionanti… Insomma… Arricchimento e continuità, non scopiazzatura o legami troppo stretti con il passato. Provare per credere. Incantevole.

Questo è un disco che dovete avere… Piacerà a chi si esalta per la tecnica, a chi cerca qualcosa di potente e melodico, a chi cerca sonorità dolci e sognanti  ma soprattutto piacerà a chi ama la musica in una delle sue migliori forme. Questo signori è “Room V”, una stanza dove è difficile entrare ma che al suo interno custodisce veri capolavori.

Elenco e tracce

01   Act III: Manhunt (02:09)

02   Act III: Comfort Me (06:51)

03   Act III: The Andromeda Strain (06:46)

04   Act III: Vow (08:27)

05   Act III: Birth of a Daughter (02:40)

06   Act III: Death of a Mother (02:15)

07   Act III: Lamentia (01:04)

08   Act IV: Seven Years (03:37)

09   Act IV: Dark (01:03)

10   Act IV: Torn (08:23)

11   Act IV: The Archer of Ben Salem (07:28)

12   Act IV: Encrypted (08:01)

13   Act IV: Room V (07:44)

14   Act IV: Rain (08:59)

Carico i commenti...  con calma

Altre recensioni

Di  STIPE

 “Room V è sicuramente l’album capolavoro degli Shadow Gallery.”

 “La loro è una musica che non stanca mai, che fa sognare e delizia.”