Incontri

Molti conoscono Yann Tiersen come compositore delle colonne sonore de "Il Favoloso Mondo Di Amelie" e "Goodbye Lenin!". Non tutti, viceversa, hanno un'idea precisa della cantautrice statunitense Shannon Wright, io almeno ero tra questi ultimi. Perciò quando ho saputo dell'esistenza di questo disco, ho fatto una piccola ricerca per comprendere il personaggio ed ho appreso che Shannon Wright è generalmente accostata per affinità artistiche a PJ Harvey. Saperlo non ha fatto altro che accrescere il desiderio di ascoltare questo lavoro. Mi chiedevo, in particolare, cosa potesse venire fuori dall'incontro di due personalità in apparenza tanto diverse.

Ora posso dire che non è certo il disco che immaginavo. Non so bene perché, ma mi aspettavo una musica ruvida e solare insieme, mentre alla resa dei conti è risultata essere l'esatto contrario: cupa e malinconica. Questo effetto è reso in gran parte dalla natura della voce di Shannon Wright: intensa e tenue, profonda e scura.
Lo si avverte fin dal principio del disco con il brano No Mercy For She, nel quale Shannon sussurra le parole su uno sfondo musicale costruito dal suono ripetitivo del pianoforte e dal pizzicato degli archi. La sensazione è di una soffusa spettralità e il paragone con PJ Harvey ci può stare in effetti, anche se a volte fa venire in mente una crepuscolare Lisa Germano. La dolcezza di un organetto è, invece, il motivo di apertura di Dragon Fly, sempre stemperato dai dolenti sussurri di Shannon, che dimostra di possedere una personalità artistica marcata, capace di lasciare un segno preciso della sua presenza.

La mano di Yann Tiersen si percepisce generalmente negli arrangiamenti del disco, invero molto curati e caratterizzati dalla presenza di pianoforte, violino, basso, violoncello, cui si aggiungono la chitarra e la batteria . Ad esempio, il tocco di Tiersen si avverte con evidenza in Sound The Bells, dove il pianoforte detta il tema principale, su cui si avvolgono progressivamente tutti gli altri suoni, con in primo piano proprio quelli di chitarra e batteria. Si sviluppa così una sorta di energia, che viene controbilanciata dall'interpretazione vocale di Shannon Wright. Per profondità e raffinatezza è forse uno dei momenti più belli del disco, che per tutta la sua durata mantiene fede, fra alti e bassi, al canovaccio sviluppato nelle battute iniziali.

Alla fin fine, quindi, dalla collaborazione fra un elegante compositore/polistrumentista come Yann Tiersen e la cantautrice statunitense Shannon Wright, viene fuori un disco non eccelso, ma interessante, che ha una sua progettualità alle spalle. Forse fra i due non viene raggiunta un'omogeneità piena, poichè durante l'ascolto sono abbastanza percepibili i rispettivi contributi. Tuttavia, rimane l'impressione di un'affinità di fondo tra personalità diverse, ma non distanti.
In sintesi è un disco che potrebbe rappresentare l'inizio di un sodalizio artistico foriero di sviluppi ancor più intriganti e originali. Tre stelle arrotondate per difetto.

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