Gli Shining di Niklas Kvaforth sono una band maledetta, nomignolo questo usato soprattutto per descrivere questa loro seconda fatica “Livets..” che trae spunto dai primigeni lavori di Bethlehem, Abyssic Hate e Burzum per coniare un un nuovo sottogenere, una branca del black metal chiamata depressive, qui nella sua forma più disperante e tetra. Insieme a Nortt, Forgotten Tomb, Leviathan e Xasthur, i primi ad avventurarsi in temi ostici e di cui l’umana stirpe tende a sottacere per la paura di nominare certe tematiche, come la depressione, il suicidio, la morte. Quest’ultima, la morte dell’individuo come ancora di salvezza verso un mondo ostile e insensibile.
L’album cantato nella lingua madre è una gemma di puro nichilismo sonoro, tra arpeggi di chitarra angoscianti e sofferenti e lunghi brani in cui lo screaming lacerante e doloroso di Kvaforth inneggia alla sconfitta e alla linea sottile che separa la vita dalla morte. Niklas ha iniziato ad avventurarsi nel mondo musicale col precedente maledetto ma ancora acerbo “within deep dark chambers” a 16 anni, quindi non c’è ombra di dubbio che sia un artista talentuoso e precursore di questo sottogenere di nicchia così vicino allo spirito del black metal anni ‘90, il depressive è stata una nuova rinascita per tutta la categoria, e questo “Livets…” non è che un insieme di freddi arpeggi dal mood depressive, da tempi quasi doom metal, sono poche le sfuriate in blast beat che fanno capo a questo lavoro. Il tutto è ammantato da una spessa coltre di nero pessimismo (alcuni li hanno tacciati di pura cialtroneria per il loto inneggiare in modo così esasperato alla morte, ma quest’abum è superlativo black metal, una nera gemma da possedere gelosamente) e la copertina dell’album ne è il grigio-scuro preludio con quella strada sterrata solitaria e buia che una persona depressa può intraprendere per andare a trovare conforto in un'altra vita, meno dolorosa e sconfortante di quella che siamo costretti a vivere tutti i giorni.
Pezzi della madonna e preferiti dal sottoscritto sono la quarta traccia “Död” e la title-track finale. Dopo i primi due album gli Shining diventeranno un'altra band anche grazie all’inserimento del batterista Hellhammer. Ma questa è un'altra storia.. “Livets..” è una opera d’arte e solo per questo va apprezzata e ascoltata nella sua intera durata senza usare il paraocchi e il paraorecchie e senza andare dietro alle dicerie per le pagliacciate controverse e i continui inneggi al suicidio da parte di Kvaforth e soci ai loro fan.
Cogliete con valore , in ultimo, questa gemma nera di gelido e freddo black metal straziante e angosciante.
Pietra miliare del genere.
Elenco tracce testi e video
01 Ett liv utan mening (07:34)
Jag minns en tid utan ångest, utan smärta
Och utan hopplöshetens glädjedödande brustna stämband
(ständigt skrikandes mitt namn)
Inåt skogen - på en grusbelagd stig
Vandrandes in i nattens bottenlösa mörker
Sökandes det som gått förlorat
Genom tusen och åter tusen sömnlösa nätter
En längtan bortom all sinne och sunt förnuft
english
I remember a time without anxiety, without pain
And without hopelessly fractured vocal cords kill-joy
(constantly screaming my name)
Inåt forest - on a gravel path
Trekking into the night bottomless darkness
Applicant is lost
Through thousands and thousands of sleepless nights
A longing beyond any sense and common sense
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Altre recensioni
Di mementomori
"L'intero percorso di Niklas 'Kvarforth' Olsson si caratterizza per il lodevole intento di arricchire il proprio potenziale artistico senza passi falsi."
"'II: Livets Andhallplats' rappresenta l'apice formale della prima fase artistica della band e l'ideal-tipo del depressive black metal."