"Angst III - Sjalvdestruktivitetens Emissarie" è il terzo capitolo della creatura di Niklas Kvarforth, gli Shining. Un album che ho trovato sin dai primi ascolti molto ben orchestrato sia a livello di produzione che di songwriting. Gli Shining sono considerati una delle band migliori e più rappresentative del movimento suicidal e depressive, ammetto che fino a qualche settimana fa non li avevo mai sentiti nominare, essendomi interessato a questo tipo di sonorità solo di recente, ma devo ammettere che dopo l'ascolto di questo album non ho potuto che accodarmi alle recensioni entusiastiche dei critici e ai commenti positivi degli ascoltatori del genere.

Prima di tutto produzione davvero perfetta e priva di sbavature, un plauso particolare ai suoni oscuri e ottenebranti scelti per il basso, ben udibile per tutta la durata dell'album e davvero plumbeo in occasione delle parti strumentali più claustrobiche e dolenti. Davvero ottima la batteria di Hellhammer, indubbiamente il suo tocco dona qualcosa in più a livello di feeling, incentrata com'è su sulfurei mid-tempos abbastanza semplici e diretti, riesce a donare all'album più immediatezza grazie al suo continuo scorrere sui piatti e ai suoi cambi di registro all'interno di ogni singola traccia. Per quanto riguarda le vocals mi hanno ricordato molto quelle di Attila Csihar (bestemmia?), potrebbe essere un abbaglio, ma sono pregne di quell'oscura malvagità che ho riscontrato anche nel capolavoro dei Mayhem "De Mysteriis Dom Sathanas".

In parole povere ci troviamo di fronte a delle vocals molto crude e di bassa tonalità che conferiscono un aura esoterica e depressiva a tutto l'impianto sonoro del gruppo, scelta questa che ritengo perfetta e di indubbia classe. Non mi dilungherò in sterili track-by-track, la canzone che più mi ha colpito ed entusiasmato è "Sjalvdestruktivitetens Emissarie", probabilmente la più veloce del lotto, composta da una sfuriata luciferina di doppia cassa con vocals urlate da Kvarforth come in un cerimoniale occulto che cedono poi il passo a sonorità delicatamente psichedeliche e depressive. Degli arpeggi di chitarra pulita davvero malinconici che sfociano nella parte più recitativa e dimessa del cantato, un lamento sommesso fatto di odio e tristezza, le sensazioni uditive che si respirano in questa parte sono davvero estreme e miserabili, bisogna dare atto agli Shining di riuscire pienamente nel loro intento senza mai sfociare in soluzioni ridicole ma tenendo altresì ben presente il lato autentico della loro proposta.

Ottimo anche il lavoro svolto sui riff di chitarra, tutti molto ben suonati e incastonati in strutture molto decadenti e dal sapore doom-oriented, come per esempio in "Fields Of Faceless" la sesta e ultima traccia, un intro di chitarra distorta che sfocia in un riff black-doom dannatamente ispirato, è proprio qui che, a mio parere, la voce di Kvaforth raggiunge l'apice di teatralità e di marciume sonoro, un capolavoro di arte estrema che non stanca mai, neppure dopo ripetuti ascolti. Gli Shining hanno superato la prima prova di ascolto e cercherò ben presto gli altri capitoli della loro discografia, sperando che siano veicolo di sensazioni estremamente negative così come ho ritrovato in questo loro terzo (capo)lavoro.

Extreme-Suicidal-Black-Doom at its be(a)st..

Elenco tracce e video

01   Mörda dig själv... (09:07)

02   Svart industriell olycka (08:05)

03   Självdestruktivitetens emissarie (08:29)

04   Submit to Self-Destruction (07:12)

05   Till minne av daghen (04:22)

06   Fields of Faceless (10:21)

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