Per la serie "Un titolo, un programma", ecco a voi l'ennesimo dischetto gothic sinfonico preconfezionato con (per l'appunto) seducente frontwoman in copertina, che va a rovinare un artwork che sarebbe stato molto più dignitoso senza (le foto delle pagine interne sono forse l'elemento che più ho apprezzato di tutto il disco).
Passiamo alla musica: un disastro quasi totale, un'accozzaglia di elementi pescati qua e là fra i nomi più famosi - ma non certo più meritevoli - della scena (Lacuna Coil, Sentenced, Within Temptation su tutti), la fiera del già sentito, spesso una gran voglia di spegnere tutto. La voce di Riina Rinkinen non è il massimo ed è un peccato perché se è pur vero che i gruppi gothic metal odierni non brillano di certo per maestria tecnica, originalità e fantasia, la qualità del cantato femminile è solitamente medio-alta. Detto questo, c'è da dire che nonostante la poca espressività questa si lascia in ogni caso ascoltare. Le sua tonalità ricordano quelle di Cristina Scabbia dei Lacuna Coil in alcuni frangenti, Amy Lee degli Evanescence in altri, e in altri ancora Sharon Den Adel dei Within Temptation senza però mai scadere nel plagio. Si salva per un pelo.
La voce maschile di Matti Aikio è quanto di più orribile io abbia mai ascoltato. Inespressiva come poche, sulla scia di Andrea Ferro e Ville Laihiala (rispettivamente cantanti dei Lacuna Coil e dei connazionali Sentenced) riesce a rovinare completamente le canzoni nelle quali entra in scena; fortunatamente non si tratta della voce principale. Le chitarre cadono spesso nell'anonimato per lasciar spazio a sovrabbondanti - ma sterili - orchestrazioni. Purtroppo i Silentivm non sono i Nightwish, quindi, non disponendo di una vera orchestra, con certi passaggi sinfonici talmente mal strutturati hanno davvero fatto il passo più lungo della gamba.
Eppure qualcosa in questo album si salva. Il pianoforte e il violoncello sono suonati molto bene; le canzoni "Hangman's Lullaby" (veramente bella nelle strofe, dotata di un ottimo incipit e di un solido ritornello che si rifà agli ultimi Within Temptation e Lacuna Coil), "Unbroken" (la classica ballata sinfonica perfetta per una colonna sonora, è l'unica canzone della quale ho apprezzato il pur semplice, ma profondo testo) e la title-track, decisamente l'episodio migliore: emozionante (beh, per la voce maschile è un discorso a parte, penosa come sempre) con un finale da brivido, riesce a dare un riscontro musicale a ciò che è rappresentato nell'artwork (ascoltare per credere).
Il resto, seppur con quale sprazzo d'originalità (l'intro di "Dead Silent" ricorda vecchie canzoni degli anni ‘40), spesso annoia, e per colpa anche di una voce maschile troppo fastidiosa, il risultato complessivo del disco ne risente bruscamente.
Non si può dunque parlare di un traguardo raggiunto per la band, se non di quello che probabilmente sarà a livello commerciale. Se invece vorranno davvero lasciare il segno, dovranno lavorare maggiormente sugli elementi della propria musica, rendendoli, se non originali, quantomeno espressivi. Per ora, tre canzoni non bastano per fare si che un album sia apprezzato da tutti. Infine posso dire che i Silentivm nulla aggiungono a quanto già proposto da mille altre band e non fanno altro che dimostrare la carenza di idee che da anni inflaziona il genere; prendersela con loro a questo punto non mi sembra giusto.
Resta il fatto che, a dimostrazione del voto sufficiente assegnatogli, questo album non rappresenta per il sottoscritto tanto una delusione, quanto un grande spunto di riflessione. Notare come nel 2006 suonare gothic metal rappresenti per molti (l'esempio palese è quello dei Within Temptation) un modo come un altro per fare soldi mi fa intristire, e intimorire, perché l'era dei grandi artisti del genere, quelli che dominarono la scena nei primi anni del decennio scorso, capaci di regalare emozioni profonde (non plastificate come quelle dei gruppi moderni) ai propri ascoltatori, sembra stia giungendo al termine.
Fortunatamente però, ci sono persone che nel realizzare della (vera) musica non hanno come priorità un riscontro economico, ma il saper trasmettere emozioni, la dedizione, lo spessore artistico e la qualità. Ed è proprio grazie a questo tipo di persone, che tuttora mi permetto di spezzare una lancia a favore di un genere musicale che non gode (in parte meritatamente) di grande stima tra i metal-heads. Il mio consiglio è di guardarsi in giro; il Gothic metal non è solo Lacuna Coil & co.
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