In 40 anni non ero mai riuscito a vederli, me li sono persi negli anni buoni, quelli dei primi album, rievocati con un fantastico tour nel 2012 5x5, ovvero 5 brani da ognuno dei primi 5 album.

Il concerto del 18 luglio 2022 quindi per me è stata una occasione da “ora o mai più”.

Location fantastica, l'Arena di Verona, strapiena (organizzazione ai varchi di entrata scandalosa, se eri senza biglietto e un attimo scaltro entravi quando volevi all’apertura di un portone– e dire che organizzano almeno un concerto a settimana). Pubblico quasi esclusivamente di 50 enni, segno che non c’è ricambio generazionale per questa musica, ma tant’è. I Simple Minds sono uno dei gruppi che più ho amato. Forse anche per questo ci metto un po’ ad accettare il fatto che Jim Kerr sia invecchiato. Non seguendo le evoluzioni della band scozzese da molti anni ormai, mi sento di dire che la formazione vista a Verona è un lontano ricordo di quello che sono stati i Simple Minds di quando cavalcavano l’onda del successo.

Restano Jim Kerr e Charlie Burchill, e la band, che comunque condivide il palco con i membri fondatori da diversi anni, è costruita intorno a loro: Sarah Brown alla voce, Gordy Goudie alle chitarre, Cherisse Osei alla batteria, Berenice Scott alle tastiere ed il bassista Ged Grimes, che sui brani di primi anni ’80 ha a tratti sdaputo evocare le linee del miglio Derek Forbes. Ma la band, per come la ho vista a Verona, non mi ha entusiasmato a livello di presenza. Ma i gusti sono gusti ed io certamente era in netta minoranza, considerato l’entusiasmo intorno a me. De gustibus non disputandum est.
Conclusione: mi sono tolto lo sfizio di vedere i Simple Minds dal vivo. Pratica archiviata.
E’ bene tuttavia precisare che non è stato brutto concerto in sé e tra i brani proposti ce ne sono stati alcuni che hanno saputo toccare in me corde profonde: Love Song”, “Colours Fly and Catherine Wheel”, “Theme for Great Cities” Big Sleep”, “New Gold Dream”. Gran parte della scaletta erano brani degni della scaletta di dj Daniele Baldelli al Cosmic di Lazise (ma parliamo di anni 80) a poche decine di km da Verona

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