Quasi tre anni di silenzio, in cariera mai prima d'ora.
Tre anni di silenzio salvati e interrotti da un paio d'uscite per collezionisti. Tre anni di silenzio e il desiderio di staccarsi e prendere le distanze da quel passato emozionale ed armonioso che aveva caratterizzato i suoi ultimi anni di vita in musica. sempre più lontani da quelle sperimentazioni drone affiancate a torrenti di note che in botte da venti venticinque minuti, non erana strano facessero capolino tra le sue melodicissime produzioni.
La melodia, per una mezzoretta abbondante, oggi ce la dimentichiamo.
Un disco sghembo, storto, scorticato, improvvisato, rumoroso, inutile negarlo: fastidioso.
Ci sono i pezzi più pesanti più punk più elettrici di Ben.
Sembra un elettroshock ai lembi dell'io del buon vecchio caro pacato e sempre adeguato Ben.
Che qui diciamolo: adeguato un cazzo. Si rutta al cenone di fronte a Martina, la nipotina nuova di pacca che zia Francy espone da ore come fosse un nuovo paio d'orecchini.
Pretenzioso, parecchio pretenzioso. Il disco più "c'ho il cazzo grosso" di tutta la carriera i Ben, c'è poco da dire, c'è poco da fare, l'evidenza viaggia tra staffa incudine e martello.
Pretenzioso e volutamente alla ricerca di derive complesse e punte intellettuali ja... No! Non diciamo jazz, grazie.
Dopo Dscent e l'aura pop/easy-listening che si portava dietro, era inevitabile (mica vero, è solo una frase buttata la per dare un tono professionale ad una pagina puramente personale).
Mezzo disco o quasi è nero Earth, e spiega a Carlson che, tutto sommato, qualche cosa il suo gruppo l'ha passato ai posteri. Qualche cosa sul serio, che va oltre il gioco drone, la citazione all'intervista del giornaletto di nicchia e cazzi e mazzi. Un discorso che parte con gli Earth e che attraverso il "noise made in chasney" supera country in punta d'ago marchio di fabbrica dei texani.
E poi va beh, è un disco fa pure tanto altro, che la musica son note, le parole lettere, e se pretendete che ve lo spieghi pure tutto questo "tanto altro" mi state in primis sopravvalutando e in secundis deludendo: che lo sapete che non c'ho vboglia di sbatti, accontentatevi di quel che viene.
Che in realtà comunque è vero: vorrei poterne e saperne parlare meglio. Perchè è un punto d'arrivo, e se anche non dovesse necessariamente diventare un nuovo punto di partenza, se anche Ben tornasse a ripetere il proprio passato e ricominciasse a ricamarci i sogni come a fatto quasi ininterrottamente per questi 17anni; beh, questo disco è qualcosa. Non ho ancora capito cosa, ma è qualcosa. Che trascende il valore di disco e si permuta in quella cosa che, sarà che sono un fan, ti fa dire "eccoci c'avevo ragione io: questo non è bravo, questo dovrebbe passare alla storia".
O magari no, magari eran solo due anni e mezzo che non sentivo nulla di suo ed ero semplicemente in crisi d'astinenza.
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