Un incubo destabilizzante di elettronica infetta, contaminata da perversioni sonore inclini ad un nichilismo totale, alle sperimentazioni più folli e bizzarre che non conoscono confini, ma che sono costantemente proiettate verso una visone cruda, pessimista e malata di una realtà rappresentata come un malato terminale che sconta le sue ultime ore di vita nell’angoscia, nel delirio, negli spasmi e nelle convulsioni, un grido di allarme verso l’indifferenza totale della gente che non si accorge delle piaghe malsane che come voragini inghiottono giorno per giorno il mondo. (Da ricordare con che tenacia gli Skinny Puppy hanno denunciato negli anni, con la loro proposta musicale un messaggio a favore dell’anti vivisezione).

Pionieri di una musica che si è voluta chiamare nella prima metà degli anni 80, ebm (Electronic Body Music), una variante spesso estrema e nera dei primi gruppi techno pop che cavalcavano le onde di alta classifica, mi riferisco a tutta quella Wave New Romantic di gruppi come Depeche Mode, Erasure, Ultravox, Human League, musica creata completamente con l’ausilio di Synth analogici e Drum Machine, ma decisamente con taglio melodico e danzabile. L’ebm nasce invece inglobando le prime sperimentazioni industriali di fine anni '70 emanate da gruppi come Throbbing Gristle, le oscure visoni tecnologiche futuriste dei Clock Dva, Cabaret Voltaire, Suicide che ben sposavano la letteratura fantascientifica Cyber Punk in voga all'ora. Non dimentichiamo poi i Kraftwerk, i primi a dare un ritmo danzabile a queste orgie di suoni plastici e cacofonici, l’attitudine Punk che aleggiava all’epoca, ma soprattutto l’estetica e la decadenza Dark, vero centro nevralgico del genere. I primi furono i Daf, ma ben presto seguirono Front 242 e tanti altri gruppi importanti principalmente europei, ma gli impulsi sado-elettrici della nuova musica colpiscono anche l’America e stranamente quell’isola sperduta che costeggia il Canada, Vancouver. Da quest’ultima locazione terrestre prende forma a mio modesto parere il gruppo più seminale e interessante di tutti, quello più ostico e malato, gli Skinny Puppy da cui e bene ricordare, nasce dalla defezione di un componente un altro grande gruppo che ancora oggi mantiene il primato di nave-scuola per le nuove generazioni electro/ industriali e cioè i Front Line Assembly.

Dopo questa fase introduttiva e tralasciando la prima parte di carriera pur sempre eccelsa che va dal 1984 al 1989, si arriva ad un Masterpiece di assoluta bellezza, l’apice dei Puppy, un lavoro astratto e cupo, innovativo e spiazzante, corrosivo, glaciale, apparentemente illogico data la tensione e l’atroce morbosità, i colpi di scena di una musica che non conosce la forma strofa/ritornello, ma è libera di deragliare in qualsiasi momento verso ritmiche e litanie inaspettate e disorientanti.

Tutto questo è "Too Dark Park" datato 1990, reso ancora più malsano dalle travagliate esperienze di droga in cui il trio si era da poco invischiato, l’intro "Convulsion" parla chiaro l’inferno interiore ha aperto le porte, la sperimentazione è libera di diffondere tutte le frustrazioni e il crudele dolore che affligge ogni uomo perso tra i rottami tecnologici in un era che ha perso colore e sentimenti, un forsennato rincorrersi d’effetti elettronici, rumori industriali, chitarre Metal poste in maniera e in un contesto insolito, ma su tutto una voce mega filtrata e maligna che esprime tutto il suo odio e disperazione, quasi fosse un anima in pena risvegliata dopo uno stato di catalessi, sepolta viva e in cerca d’aiuto. La seconda traccia, "Tormentor" parte con una cavalcata iper tecnologica in cui l’oscurità ben si adatta ad un’apparente danzabilità corrotta da quel vocione maledetto dell’orco ogre e disturbata costantemente da roventi frammenti di Synth impazziti, voci di B Movies tagliate e ricucite a doc per creare un marasma minaccioso sempre in bilico tra il collasso e un’ esplosione d’ira. I brani seguenti evidenziano ulteriormente il morbo malefico che aleggia su questi solchi di musica perversa, la tensione non cede al ritmo forsennato della Drum Machine e l’atmosfera crepuscolare, ossessiva, malsana, disperata avvolge in un circolo vizioso che non conosce un barlume di luce, il pessimismo regna sovrano, la morte è li che aspetta.

Niente paura, per modo di dire, un'apparente calma venata però di una malinconia disarmante arriva con "Nature’s Revenge", una riflessione  triste e rassegnata del delitto qual è quello di essere venuti al mondo, Nivek magnifico nell’interpretare con la sua voce martoriata mille giorni passati nell’angoscia e nella paranoia più assoluta. Ed eccoci al mio pezzo preferito, "Shore Lined Poison", un cataclisma continuo, un esplosione vulcanica in cui non sai dove i lapilli incandescenti andranno a parare, cambi ritmici continui, malessere allo stato puro, caos, disordine, distruzione, rassegnazione, rimpianto, urla impazzite che non sanno più dove andare, dove trovare un rifugio sicuro da un inverno nucleare che lascia irrimediabilmente segni di deformazione cronica. L’unica concessione ad una canzone dalla parvenza quasi umana è rappresentata da  Grave Wisdom, ritmo abbastanza lineare, seppur  un cantato sempre malvagio, ma a favore tutto sommato di una condizione sonora quasi ballabile. Per finire (ho anche rotto le palle penso) citerei dopo l’ibrido electro/chitarristico "T.F.W.O.", la meravigliosa "Morpheus Laughing", tastiere Horror che ben si sarebbero prestate al famoso fim Horror "Phenomena", angoscia e odio che spurgano dalla solita voce crocifissa nella distorsione, rassegnata al pianto, direttamente da uno zombie che rivendica le ingiustizie subite in vita. Rullo di tamburi e finale industriale da colonna sonora con un Nivek Ogre alieno orripilante che augura una buona notte a tutti. Capolavoro a prescindere dai diversi gusti musicali di ogni individuo

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