Sons And Daughters
Love The Cup

Glasgow, 2001: Adele Betel e Ailidh Lennon, due ragazze, hanno intenzione di mettere su una band, e lo fanno portando dentro il loro progetto due ragazzi, David Gow e Scott Paterson. Questo quartetto, con varissime influenze (basti pensare che David e Adele hanno lavorato con gli Arab Strap, ma ci sono anche ispirazioni ai vari Bob Dylan, Pogues, Fleetwood Mac e Fairport Convention), è saltato subito agli occhi, anzi alle orecchie, dei conterranei Franz Ferdinand, che da tempo ne fanno una spudorata pubblicità (portandoseli anche dietro come band di supporto), grazie al loro progetto di purissimo folk contaminato da un rock molto diretto e dalle melodie accattivanti. La voce femminile è quella di Adele, quella maschile di Scott.
Nasce così il progetto "Sons And Daughters". Il nome del gruppo non ha alcun richiamo all'interno della formazione della band. Infatti nessuna parentela, nessun fratello e sorella.

Il loro mini-disco di esordio (7 brani) "Love The Cup", uscito nel novembre 2003, è stato prodotto in America, da un'etichetta indipendente.
Già dalla prima traccia, Fight, ci si trova a combattere con un impianto di purissimo folk, grancassa molto secca, decisa e continua, chitarrine folk in sottofondo e continua alternanza voce femminile/maschile che rendono questo un brano particolarmente coinvolgente. La Lune sembra quasi un'altra versione di Fight, con struttura musicale e vocale praticamente quasi uguale (solita grancassa, solita alternanza uomo/donna alla voce...), ma con un basso molto più duro, secco e possente che caratterizza l'intero brano. Johnny Cash è un bellissimo e allegrissimo folk-blues da saloon, da ascoltare in attesa che la cameriera porti la possente birrozza ed entri il cattivo di turno a fare fuori mezzo locale...In Awkward Duet ci troviamo davanti ad un brano la cui parte strumentale sembra rubata ai Girls In Hawaii. Arpeggio di chitarra elegantissimo e struttura folk delicata, giro di basso simil-blues, voce femminile a dir poco perfetta, melodia vocale dolcissima. Queste le caratteristiche che rendono questo il miglior pezzo del disco. Peccato però che per ascoltare il miglior brano, che si distacca leggermente dalla struttura dell'intero disco, bisgona aspettare la fine dell'album.
Il resto del lavoro, infatti, è tutto suonato e interpretato sulla stessa falsariga del primo (in La Lune la somiglianza è veramente notevole), con un folk caratterizzato da dei riff di chitarra e leggeri assolini che ti entrano dentro al primo ascolto che vanno a incastrarsi non male con delle armonie formate dalle parti vocali, consistenti sostanzialmente in alternanza voce maschile/voce femminile (alternanza che manca in Broken Bones e Johnny Cash).

Il punto debole di questo mini-debutto è forse la troppa somiglianza tra le strutture dei pezzi, ma in fondo non si può pretendere troppo da un gruppo la cui unica intenzione è fare del buon folk-rock senza particolari pretese. Ascoltando Awkward Duet si capisce come il potenziale del gruppo sia veramente notevole. Fa sempre piacere comunque sentire gruppi che si distaccano, per il loro particolare sound, da quello che propone il panorama musicale attuale. Un disco che non è un capolavoro ma resta comunque di buona fattura.

Dedicato agli amanti del revival-folk-rock datato '70s.