E' inutile chiedersi insistentemente com'è il nuovo disco dei Soulfly, perchè probabilmente non ci vogliono ulteriori spiegazioni su quanto abbiamo già detto per quanto concerne il loro precedente lavoro "Dark Ages". Basterebbe un minuscolo sforzo a riordinare le proprie idee intorno a ciò che Max Cavalera ha prodotto nei suoi recenti lavori dopo aver preso la decisione di abbandonare una band a livello internazionale come i Sepultura. Soltanto qualche accorgimento differente, qualche ritocco in più rispetto a ciò che abbiamo imparato a ricevere da lui ed ecco qua che "Conquer" è pronto per davvero.

Sicuramente il fuoco del discorso centrale è tutto attorno alla figura del brasiliano, personaggio che probabilmente compone a getto continuo, considerando giustamente che questo sesto album dei Soulfly arriva a pochi mesi dalla botta fortunatissima di "Inflikted" firmata Cavalera Conspiracy. E' proprio questa l'immagine che bisogna centrare per capire da cosa nasce questo nuovo lavoro.

...perchè Max è uno di quelli che ogni volta che lo metti davanti ad un microfono e gli dai la sua amata "chitarra brasiliana" riesce a tirar giù un palazzo...[cit.]

Dietro un'incazzosissima dea Kalì in copertina ci sono undici tracce della tradizione thrash/hardcore metal che sanno di ribellione e violenza, piedistalli che il brasiliano usa per gridare con poche parole la propria opinione ed ergersi dalla parte del giusto contro qualsiasi cospirazione globale. Troviamo Max che è impegnato a sputare l'anima in ogni sua canzone, costruita tassello dopo tassello e che hanno il compito di tagliare, distruggere, sferzare e dilaniare tutto ciò che incontrano sul proprio sentiero. I nemici da affrontare sono sempre i medesimi, provengono dal mondo, portano nomi come guerra, distruzione, Armageddon e paranoia. Senza troppi problemi il nostro Max li sviscera attraverso la sua voce rabbiosa, li sguinzaglia dietro riff serrati e drumming potente ed apre le danze con una mantra punk come "Blood Fire War Hate" fino a giungere ad una vera e proprio perla come "Soulfly VI", liquida come una song di Satriani e unica vera pausa di thrash metal lasciando spazio ad un suono molto più calmo e sognante.

Penso che l'edizione limitata sia molto più soddisfacente di quella normale perchè, soltanto per pura curiosità, non mi lascerei sfuggire due tracce imperdibili come la cover di "The Beautiful People" di Marilyn Manson e "Sailing On" dei Bad Brains. Album tutto sommato molto potente e in your face. Per fortuna c'è ancora chi ci riesce.

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