"Recurring" segna l'epilogo affascinante e frammentario della carriera degli Spacemen 3. Quest'opera, registrata separatamente dai due chitarristi, Sonic Boom e Jason Pierce, appare come un collage di idee inquiete e sospese, piuttosto che una narrazione chiara e coerente. La prima facciata dell'album, curata da Sonic Boom, s'immerge in territori sonori audaci e sperimentali che si discostano nettamente dal percorso precedente del gruppo. "Big City" si avventura nel territorio del dancepop, abbracciando sonorità elettroniche suggestive alla Kraftwerk (in acido), mentre "Why Couldn't I See" esplora un raga-rock dall'atmosfera enigmatica. "Set Me Free" sembra un'incursione nelle psichedelie eccentriche, evocando un senso di straniamento e inquietudine. Tuttavia, è con "Feelin' Just Fine" che Sonic Boom esplora territori più concettuali, suggerendo una direzione futura intrigante anche se ancora allo stato embrionale. Tuttavia, questa sezione iniziale del disco appare come un'opera incompiuta, una serie di schizzi lasciati in sospeso piuttosto che una narrazione coerente. È nella seconda metà che emergono gli sprazzi di genio che hanno caratterizzato il percorso degli Spacemen 3. Brani come "Feel So Sad" emergono come pinnacoli artistici, distillando l'essenza dell'intero corpus della band in una ballata struggente. Tuttavia, nonostante questo ritorno alle radici, il lavoro di Pierce riflette una costante lotta per trovare un'identità artistica definitiva. In definitiva, "Recurring" si rivela un capitolo ambiguo e sfaccettato nella storia degli Spacemen 3. Sebbene non riesca a eguagliare i dischi passati del gruppo, l'album rappresenta una testimonianza della loro divergenza creativa e delle strade future intraprese dai singoli membri.

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