“Lontano dagli uomini lui vola così in alto.

E solo quando morirà toccherà terra”

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Tenebre, zollette di zucchero.

Dodici caramelline. Dodici piccoli racconti di morte.

Una fantastica scelta di brani dimenticati dei sixties, un disco di cover quindi...

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Elogio delle cantine, dei solai, della polvere...un vecchio juke box tossisce sognante...

La musica è un caleidoscopio di colori annebbiati. Tre quarti di malinconia, uno di leggerezza.

Gli spacciatori di cotanta delizia sono un diavolo di seconda classe e una streghetta dark. Lui è la noncuranza di chi passa per caso, lei il sussurro di chi parla ai fantasmi.

Bello lo yin e yang delle voci. Bello anche il puro cinema di queste piccole canzoni sospese tra kitsch e eleganza.

Qualcosa di molto classico, ma non è questo quello che conta. Son quei colori, è quel vortice.

Tra l'altro, si va pure dove non ti aspetti. Si pesca dal folk, dal rockabilly e persino dalla poesia in musica. Ma, anche quando ci si avventura un pochino oltre, lo svolazzo e l'ariosità la fan da padroni. E' il pop, bellezza...

Solo canzoni di morte, dicevamo.

Ecco allora il cowboy solitario assediato dai fantasmi, la fanciulla che in riva al mare ha trovato un sonno senza fine, l'uccellino che solo quando muore toccherà terra.

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Lee e Nancy come imperativo categorico, senza ninfa e senza orco però, del resto quei due sono archetipi. E. se anche l'inferno qui è un po' meno inferno e il paradiso un po' più paradiso, di inferno e paradiso comunque si tratta.

E poi, come ha scritto qualcuno, “Phil Spector che incontra le Shangri-las in una stradina inglese sotto la pioggia”.

Ma anche il finto perverso e il finto innocente che si intrecciano creando per un attimo una illusione più vera del vero. Ed è come buttar l'occhio su un diario pieno di cuoricini e foto ritagliate dai giornali.

A tener tutto insieme un pochino di scienza pop wave e un gusto del macabro portato in pieno sole.

Ma ora le presentazioni...

Il diavolo di seconda classe è Boyd Rice, il tipaccio più tipaccio del folk apocalittico.

La streghetta dark è Rose McDowall, favolosa dispensatrice di angelici “la la la” per gente tipo Death in June.

Ma lasciamo i nostri due eroi.

Avete mai sentito parlare di Priscilla Paris? Di Twinkle? Di John Leyton? Sono solo alcuni dei Carneadi qui omaggiati

Sapete qualcosa di una faccenda chiamato death discs? E' il sottogenere al quale questo “Seasons in the sun” fa riferimento. Tenebra e zollette di zucchero, come dicevamo all'inizio...

Del resto il pop e la morte sono da sempre beni rifugio. Chiudi gli occhi per sempre e nessuno ti romperà l'anima.

Chiudili per un attimo e sarà il paradiso.

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