11/09/2011

In un momento in cui casi notevoli e unici, personaggi vivi o altre idee stavano scarseggiando, i produttori della Mandate Pictures avevano ingaggiato Spike Lee per proporgli un remake di un film coreano, Old Boy. Dopo alcuni mesi di lavoro, Spike bussò alla porta dei suoi finanziatori per proporre le sue idee.

Oldboy

- Signori, è il racconto di una vendetta, se vogliamo, c'è questo rapimento misterioso… - iniziò Spike Lee con entusiasmo - Dopo la liberazione, ci sarà un'indagine da parte del rapito che sarà coinvolto dal rapitore in una sottile caccia al tesoro nei meandri del proprio passato; così, piano piano, alla fine, tutto sarà più chiaro, comprensibile, ma terr..

- Scusi, signor Lee, mi perdoni se la interrompo, - disse uno dei produttori - ma questo film ci preoccupa un po’. Lo spettatore ha bisogno di qualche punto cardinale per orientarsi…

Spike lo ascoltò sorpreso e attonito.

- Mi ascolti, - continuò l’uomo in modo reciso - la dottoressa le elencherà le direttive per i contenuti di questa produzione"

- Mi segua bene, signor Lee – iniziò a parlare la dottoressa, bella e altera:

  • Il finale non va bene: scoperta la sconvolgente verità il protagonista DEVE separarsi dalla ragazza.
  • Inserire pippone finale
  • Bene che l’antagonista sia un ragazzo brutto... non come nel film coreano.
  • Bene che nel nostro film il protagonista abbia avuto un passato come più figo della scuola e che sia stato un cattivo bulletto; bene che poi si redima durante la vicenda.

Sebbene perplesso, Spike accettò.

Così, qualche tempo dopo, letta la sceneggiatura e vista la prima, il fu Oh Dae-Su, protagonista della storia, non era felice per la sorte a lui destinata da quando, nel film firmato da Spike Lee, aveva assunto il nome e le sembianze di Joe Doucett. Quindi decise di andare a far visita ad una sua vecchia conoscenza.

Dal Diario di Park Chan-Wook.

27/07/2016

...Per abitudine, fino a qualche anno fa, ogni domenica mattina, ascoltavo i personaggi delle mie storie passate, presenti e future.

Una volta la settimana, dalle 9 alle 13, incontravo la gente più eccentrica e nuova, invischiata nei casi più particolari, violenti e terribili che siano mai accaduti o siano mai stati raccontati, con la quale era un duro lavoro chiacchierare.

Proprio tre anni fa, nell'ultima di quelle mattine, quando ormai erano le 12:30, sentii una cagnara provenire dalla sala d’attesa; un putiferio come ormai non capitava da anni. Era tornato a trovarmi in un giorno di grande calca, nella quale una massa di strani personaggi, protagonisti di casi novissimi, mi aspettavano, una mia vecchia conoscenza: un irascibile e determinato, Oh Dae-Su, aveva bisogno di parlarmi…

  • Be' - gridai - che baccano è mai questo? Che succede? E lei, signor Oh Dae-Su, non le sembra che sia stato anche troppo qui da me. Che vuole?
  • Non mi scacci, per carità, non mi scacci! Mi ascolti ancora per cinque minuti. Ricordo bene quanto furono penosi quegli incontri, per me e per lei: che struggimento e quante lacrime mentre indagava sul mio passato.
  • Sì, dunque? Cosa posso fare ancora per lei? Non le sembra che abbia reso giustizia, col mio film, a lei, alla sua vicenda e ai nostri incontri. Lei non sa quanto siano stati duri per me quei mesi. Ho perduto il sonno, ho perduto me stesso e i miei cari dietro la sua storia: Ora basta!
  • Basta? Ah, no, non ancora! - rispose Oh Dae-Su - Son stato cosa sua, e alla fine, mi ha lasciato al primo americano che passava?
  • Il primo che passava? L’ho affidata a uno dei migliori, a Spike Lee, ma lei sa chi è? Che colpa ne ho io, se poi le cose per lei sono andate a scatafascio, ero sicuro di aver fatto un buon affare, per lei e per me. Non è così? Che cosa vuole che io faccia? Io non posso fare più nulla!
  • Dunque sul serio lei non si dispiace per la sventura che mi è capitata? Io avevo avuto il privilegio di essere nato personaggio, ordinato dunque, all’immortalità, un po’ Edipo e un po’ Conte di Montecristo, ero; ma son caduto in quelle mani: ora son condannato a vivere per sempre in modo artificioso in un mondo che non mi appartiene. Non mi lamento della persona viva che ha interpretato il mio personaggio: Josh Brolin è stato bravo. Però, però, però... io che avevo, in modo tutto particolare, la mia eccezionale vicenda, mi son ritrovato con un passato stravolto dalle fondamenta. Si ricorda, no, che l’inspiegabile prigionia di quindici anni a cui fui sottoposto era legata a un fatto del mio passato: non ci crederà, il signor Lee, mi ha ridotto ad uno squallido bulletto di un college americano: una replica di una replica! Io non ero un belloccio e le risate di scherno, beh, non mi appartenevano. Parlai troppo, sì, ma non in quel modo...
  • Le ho già detto, signor Oh Dae-Su…
  • La prego - mi interruppe - mi faccia terminare… ricorda poi il mio aguzzino: anche lui è cambiato. Lo sa chi era? Adrian Doyle Price: l’alunno più brutto, poveretto, della scuola. Ricco, tuttavia. Come potevo ora mostrare l’ambiguità del mio sentimento per lui: la fascinazione e la sete di vendetta! La mia storia ha perso troppe sfumature…
  • ...quanto pessimismo! Son sicuro che il resto del film le sia piaciuto! Animo, Oh Dae-su!
  • Sì, il resto va bene, rende giustizia alla mia storia. Tuttavia, quel finale è svilente… la prego, fermi l’uscita del film, non è necess...

Mi aveva interrotto ancora, ma ormai erano giunte le 13. Quindi chiusi l’ufficio e lo lasciai lì dentro, insieme alla mia anima che abbandonai per qualche anno: una vagonata di milion-dollari mi fece vivere tranquillamente senza...

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