A parte le stronzate, gli Spiral Architect i cui membri sono coinvolti in svariati super gruppi norvegesi quali Arcturus, Lunaris e Satyricon, ci sanno fare e tanto anche. Apprezzabile la voglia di tutti questi gruppi (Cynic & co.) di non seguire il mainstream, rilasciando pochissimi album (nella maggior parte dei casi uno) o comunque a distanza di parecchi anni l’uno dell’altro, A Sceptic’s Universe è infatti uscito nel 2000 e dovremo aspettare a lungo prima di mettere le mani su qualcosa di nuovo.
Come dicevo all’inizio ascoltare tutto di un fiato questo album è davvero impossibile, vuoi per la voluta complessità dei riffs, vuoi per il fatto che non sempre il combo norvegese riesce a tramutare cambi di tempo dissonanze e controtempi vari in una vera e propria canzone cosa in cui invece eccellono Cyinic e pochi altri. Inoltre mi lascia qualche perplessità la prova di Oyvind Hegeland dal cui nome ometto volontariamente numerosi fonemi che mi costringerebbero ad una noiosa ricerca nella mappa caratteri di Windows, che non riesce affatto ad entusiasmarmi con i suoi vocalizzi al limite del falsetto e note tiratissime forse più adatte ad un gruppo rock anni ’70 (che so?….magari i Darkness ;))))))) che ad un gruppo metal, ma molto probabilmente si tratta di un puro parere soggettivo.
Tutto bene per quanto riguarda gli altri membri degli Spiral Architect, i chitarristi non si perdono in inutili assoli fini a se stessi ma svolgono un efficace lavoro in fase ritmica con riff granitici a metà tra i Cynic e i Dream Theater di “The Mirror”. Ottima anche la prova della sessione ritmica, basso-batteria sempre precisa e decisamente molto originale, soprattutto le linee di basso (che risuonerà all’interno delle vostre casse come non mai) risultano essere mai scialbe e scontate.
In definitiva un disco molto complesso, quasi impossibile consigliato sicuramente a chi vuole spingersi al di la delle solite stronzate e anche al di la dei Cynic.
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