"Ladies and gentlemen we are floating in space" è stato la mia cura. "Ladies and gentlemen we are floating in space" è uno di quei medicinali che creano assuefazione. Un antidolorifico per la mente che, dose dopo dose, penetra ogni cellula del tuo corpo. Ti possiede. Ti trasforma.

Dipendenza.

Bisogno di sentire il suo sapore.

Droga.

Non ci sono controindicazioni. A parte una... devastante: questo disco mi ricorda uno dei momenti più difficili della mia vita.

Il piacere ha sempre una punta di dolore. E' inevitabile. E forse è proprio quel piccolo dolore a dar più senso al piacere...

"Sweet heart, sweet light" è la nuova medicina per lo spirito del dottor Jason Pierce. Un'opera che ci porta in uno spazio nuovo. Non fluttuiamo più nell'immenso niente che avvolge la terra. Non scivoliamo più tra i pianeti del cosmo. Ora i pianeti sono atomi. Atomi di uno spazio che conosciamo alla perfezione. Intimo. Minuscolo. Un mondo bonsai.

E' space rock che non riesce, e non vuole, sconfiggere la forza di gravità.

Jason Pierce ha dipinto nuovi paesaggi sonori. Più terrestri. Palloncini pieni di elio, ancorati ai fili d'erba ("Little girl"), ai rami ("Too late"), ai palazzi ("Mary"). O ancora più su, verso i cieli della psichedelia ("Headin' for the top now", "I am what I am"), dove si intravedono le galassie di "Ladies and gentlemen...".

Una scrittura melodica che trasuda i Beatles più oscuri. "Freedom" è una "Let it be" con l'intimismo assonnato di Sparklehorse. "Life is a problem" è una preghiera che ti purifica l'anima. E non serve altro.

Signore e signori... benvenuti in un nuovo spazio...

più simile al cuore umano che all'universo...

"So long pretty thing" ci lascia intrappolati per sempre nell'atmosfera...

E si sta così bene...

lassù...

quaggiù...

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